Ahab

Artefici di uno dei lavori più interessanti del funeral-doom ("The Call Of The Wretched Sea", epica trasfigurazione sonora del capolavoro di Melville, "Moby Dick"), gli Ahab raggiungono il traguardo del terzo disco con tutte le carte in regola per aprire nuovi varchi nel cuore degli appassionati.

Sempre meno legata a sonorità "funeral", la formazione tedesca si sta un po' alla volta spingendo verso territori relativamente più accessibili, incrementando l'uso di voci più pulite (sebbene il growl mastodontico e imperioso di Daniel Droste non lesini le sue staffilate) e mostrandosi sempre più incline a soluzioni raffinate e atmosferiche.
Prima di toccare vette altisonanti ed "heavy", "Further South" e "Aeons Elapse" prendono così le mosse da eleganti e malinconici intro di chitarra, mostrando tutta la capacità dei Nostri di alternare, con estrema naturalezza, gravità e ricercatezza. "Deliverance (Shouting At The Dead)" è, se possibile, ancora più magniloquente, mentre "Antarctica The Polymorphess", nel ripescare con più convinzione i retaggi funeral-doom, amplifica la vena progressive.

"Fathoms Deep Below" e la conclusiva title track proseguono lungo coordinate sonore praticamente inalterate, miscelando solo in parti diverse gli ingredienti, senza aggiungere molto al valore complessivo di un'opera interlocutoria ma di classe.
Nonostante tutto, lo si consiglia anche a quanti vorranno imbattersi prima o poi nella loro versione della balena bianca...

05/07/2012