Anstam

Stones And Woods

2012 (50 Weapons)
elettronica

Dopo aver defilato quasi tutti con l’imprendibile “Dispel Dances”, Lars Stoewe torna a mordere dal quartier generale della 50 Weapons. Da un punto di vista produttivo, il qui presente "Stones And Woods" segnala un ritorno nel segno della continuità. I bassi restano praticamente identici, così come resta intatta la smania di deframmentare il groove, evacuando alla prima occasione verso qualcos’altro, in un girovagare elettronico ombroso ma pur sempre cazzuto, come dimostra la doppia anima di “Morning Shiver Down the Black Wood River”, traccia divisa tra un macabro synth in apertura e un improvviso sfarfallio esotico piazzato senza alcun preavviso.

Insomma, Stoewe pare voler distinguere nettamente il bianco e nero fin da subito. Alterna luce e ombra. Gigioneggia. Si diverte come un matto a decostruire le sue cose. Prova spesso ad attribuire un senso ai suoi pezzi, una qualche direzione prima che un’inaspettata piroetta capovolga ogni cosa. L'inafferabile tedescone punta innanzitutto a stranire l’ascoltatore, a stravolgere in continuazione le sue aspettative. Nei vagheggi elettronici della sua musica è riposto finanche un certo intimismo, una scandita presa di coscienza dei propri mezzi. E a tratti quest’ultima trova momentaneo contatto con la voglia di stupire ad ogni costo (vedi “Heart’s Soliloquy”). Parimenti,  questa doppia commistione crea un’eccessiva confusione negli intenti definitivi del buon Lars, giocando qualche brutto scherzo e palesando in divesi punti una buona dose di incompletezza ritmica.

A parte le già citate tracce, unite al miracolo del disco, ovverosia l’accecante “Hope's Soliloquy” - breve squarcio technoide dal bagliore infinito con tanto di basso funky schizzato e irrefrenabile salita verso il cielo - non è sempre facile trovare agganci emozionali degni di nota. Ci si disperde nella paranoica danza di “My Dreams Are Made Of Steam” senza venirne mai a capo. Mentre il tambureggiare obliquo in perfetto drum’n’bass della successiva “Handsome Dances” evidenzia solo un inopportuno spaesamento scenico, pur suggerendo un improbabile incontro tra Kieran Hebden e i Goblin. Stesso dicasi dell’organetto sfasato della breve “Time Will Show You Who I Am”, seguita dall’impalpabile “The Herald and the Lamb”, la quale sembra una qualsiasi traccia dei Boards Of Canada rallentata e sfibrata della sua magnetica essenza.
Chiude in discreto stile il tamburello sintetico di “Shoulders”, alternato al consueto synth maestoso che subentra qua e là per conferire maggior vigore a una altrettanto consueta austerità.

In definitiva, “Stones And Woods” è un disco diviso a metà. Gode di buone intuizioni e momenti di grande presa, ma allo stesso tempo vira verso una formula eccessivamente androide e priva di una qualsiasi anima. Stoewe marca nettamente il suo territorio, distinguendosi ancora una volta dalla ciurma. Questo è evidente. Ma, a conti fatti, stavolta non è riuscito a divincolarsi del tutto dalle proprie frenesie, mostrando per metà dell’opera preoccupanti segni di stanchezza.

06/12/2012

Tracklist

1. Morning Shiver Down the Black Wood River
2. Hope's Soliloquy
3. Me and Them
4. Heart’s Soliloquy
5. My Dreams Are Made of Steam
6. Handsome Dances the Dance
7. Time Will Show You Who I Am
8. The Herald and the Lamb
9. Shoulders

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