Colapesce

Un meraviglioso declino

2012 (42 Records)
pop, songwriter

Probabilmente, la maggior utilità di questo esordio sulla lunga distanza di Colapesce sarà quella di offrire un aiuto concreto a rispondere all'annosa questione su quanto una buona proposta musicale possa essere rovinata da testi non all'altezza. Il siciliano Lorenzo Urciullo, già leader dei validissimi Albanopower, ha infatti realizzato una serie di brani con tante ottime idee melodiche e arrangiamenti molto ben costruiti, che però peccano dal punto di vista lirico non riuscendo mai ad arrivare dove vorrebbero.

Come già avevano saputo fare gli Amor Fou, soprattutto con il loro secondo disco del 2010, Colapesce fonde in modo equilibrato strutture melodiche e compositive proprie della canzone tradizionale italiana con un suono moderno e dinamico. L'autore non si allontana mai dallo schema strofa/ritornello, le melodie sono sempre molto definite e hanno quindi un ruolo di primo piano, ma non c'è mai alcun senso di passatismo, perché le scelte a livello di produzione artistica fanno chiaramente capire che siamo nel 2012, o comunque rimandano in modo evidente ai nostri tempi. Intanto, c'è una certa attenzione alla sezione ritmica, che non va mai fuori dalle righe ma nemmeno ha un andamento standard e regolare; poi il suono delle chitarre arpeggiate è sempre levigato ma anche caldo e avvolgente; infine, la parte digitale interviene sempre in modo appropriato, ora a colorare il suddetto suono delle chitarre, ora a vivacizzare ulteriormente il ritmo. È poi importante l'attitudine secondo cui, una volta trovata la soluzione giusta, non ci si adagia su essa ma si cerca di lavorarci intorno, con una serie di variazioni piccole ma importanti a mantenere sempre alto il tasso di vitalità ed emotività. Il timbro vocale dell'autore, pacato ma capace più di una volta di avventurarsi su note alte sempre con grazia, si appoggia perfettamente su questo tessuto semplice ma estremamente funzionale.

Poi, però, c'è anche ciò che Colapesce canta, che è composto per la stragrande maggioranza da racconti schietti e diretti, con immagini molto chiare che evocano situazioni comuni a tutti; la successione di queste storie di quotidianità sentimentale è talvolta spezzata da riflessioni concettuali, viaggi mentali in mondi conosciuti solo da chi li effettua. Ebbene, la citata maggioranza è affetta quasi invariabilmente da una banalità sconcertante, mentre nella minoranza si riscontrano altro che testi per lo più sconclusionati. Ascoltare un racconto che recita testualmente: "Stendo i vestiti fuori dove c'è il sole, faccio i panini e andiamo al mare. [...] La nostra radio, Dj Paradise, una canzone del passato invade il presente. Sono le venti ancora, facciamo l'amore, le nostre bocche sanno di sale" lascia onestamente un senso di vuoto; allo stesso modo sentirsi proporre un'ambientazione in termini come questi: "Sembriamo nel far west, ma non ci sono stelle ne speroni. La nostalgia è un vortice, nel tuo splendore piovono le rane" ha come conseguenza un gigantesco punto interrogativo su dove l'autore voglia portarci.

Ad avviso di chi scrive, le lacune dei testi, seppur notevoli, inficiano solo in parte la bontà del lavoro musicale di Urciullo, e quindi il disco merita nel complesso un'ampia sufficienza. Rimane un po' l'amaro in bocca per questa sorta di occasione sprecata, ma c'è anche la consapevolezza che, non appena arriverà un miglioramento lirico che appare inevitabile, Colapesce sarà davvero in grado di proporre grandi cose.

07/02/2012

Tracklist

  1. Restiamo a casa
  2. Satellite
  3. La zona rossa
  4. Un giorno di festa
  5. Oasi
  6. Le foglie appese
  7. Quando tutto diventò blu
  8. I barbari
  9. La distruzione di un amore
  10. Sottotitoli
  11. S'illumina
  12. Il mattino dei morti viventi
  13. Bogotà

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