“Good Music” è l’ennesimo tassello di una carriera creativamente felice per i gallesi Colorama: il loro pop bagnato nelle lande morbide della psichedelia e del folk pastorale è ricco di disincanto e poesia, ma anche di ironia e malcelata malinconia. Il brillante “Box” del 2010, nonostante i commenti entusiastici di Edwyn Collins, non ha modificato le sorti del gruppo, e l’intervento dell’ex-Orange Juice nella produzione del loro ultimo album non sembra destinato a incrementare il loro cult status, il che è un vero peccato.
L’eclettismo del leader Carwyn Ellis si sposa con l’abilità di Collins nel mettere a fuoco ogni brano di “Good Music”, collocando definitivamente la loro musica nell’underground del pop psichedelico, e realizzando un perfetto archetipo indie-pop. Più sporca e ballabile, la musica vira velocemente dal rhythm & blues allo ska senza perdere corpo: lo scheletro delle composizioni offre spazio a infinite soluzioni sonore, le nuance retrò sono il groove permanente di un album divertente come pochi.
Un tuffo nel beat e nell’era d’oro del mod-rock permette ai Colorama di assemblare il loro album più vario e intrigante: gli echi di twist e rock’n’roll che riscaldano l’electro-rock di “Good Music”, l’ossessivo tono vocale che trascina ska, blues e soul in un unico calderone nella corposa “Winner” e il tocco western polveroso e malsano che tinteggia le deliziose armonie della strumentale “The War Con” (quasi una citazione dei Snakefinger) sono più di quanto potreste chiedere a un qualsiasi album di pop inglese o americano.
Ma c’è più di un motivo per amare i Colorama: il gruppo gallese è capace di scrivere la canzone pop che i Belle And Sebastian non riescono a centrare da anni, ovvero la vellutata e cristallina “Why Is She”. I cinque sono tra l'altro abili nel mettersi in discussione con ironia con le atmosfere vaudeville di “Woe is Me”, conoscono i segreti della funky-disco stile Motown nella irresistibile “Old Fashioned Girl” e scavano senza timori nella psichedelia alla Doors estraendo un sinistro suono vintage-garage in “Delaware”.
Archiviato il contagioso riff r’n’b di “Do The Pump”, resta spazio per due morbide incursioni nel folk-pop con la tenue ballata pianistica “Anytime” e con la più articolata poesia di “My Predicament”, un blues svogliato e agrodolce che l’armonica tinteggia con delle piacevoli citazioni country.
In "Good Music" i Colorama rinunciano insomma per una volta alla lingua madre, ma non alla sana follia che li rende autori di un pop ricco di eccellenti vibrazioni: "good music", appunto.
29/07/2013