Cory Chisel And The Wandering Sons

Old Believers

2012 (Readymade Records)
alt-country

E’ alquanto scontato che la generazione di musicisti post-digitale abbia nel cassetto dei suoi ricordi musica desueta ma ricca di significato, come è ragionevole che l’elenco dei loro idoli sia una sequenza ricca di piacevoli sensazioni deja-vu. Quello che può risultare fatale è la possibilità che il sapore agrodolce di una musica pressoché derivativa resti appena sufficiente per strappare un sorriso.
Cory Chisel e i suoi The Wandering Sons, per loro e nostra fortuna, non affondano la loro ispirazione in un calderone di stili, ma offrono piacevoli richiami alla tradizione country e soul americana, evitando di entrare nel mondo dorato dei beautiful loser del rock.

Dopo otto anni di attività discografica divisa alternativamente tra album self-released e uscite ufficiali (“Death Won’t Send A Letter”), Cory Chisel è destinato a raccogliere l’eredità di personaggi come John Hiatt e John Cougar Mellecamp, sempre abili nel restare ai margini di una scena musicale importante senza diventarne primi attori, ma sempre autorevolmente capaci di scrivere pagine rilevanti della letteratura sonora americana. Le sue canzoni risultano scritte col piglio sicuro del songwriter d’annata, con una passione sempre palpabile; che si presentino sotto una veste country-blues (“Over Jordan”) oppure con una foggia soul-rock (“Please Tell Me”), appaiono convincenti e ricche di pathos.
Amici fidati e devoti corrono comunque in aiuto del gruppo americano. Non è infatti solo la produzione di Brendan Benson a far luce sulle doti di Chisel: Brad Pemberton e John Graboff danno corpo a raffinati incroci armonici e ritmici degni del loro passato (li ricordiamo alla corte di Ryan Adams nei suoi Cardinals), mentre Young Hines e Ian Craft usano espedienti eleganti per sottolineare incredibili guizzi poetici (“Foxgloves”) o più intimi frammenti delicati (“ She Don’t Mind”).

“Old Believers” non è l’ennesimo album di sana old good music americana, ma un esempio vivo e pulsante di quella tradizione di cantautori che riesce a evocare le gesta di maestri come Bob Dylan (ascoltare “Never Meant To Love You”) e del trio Crosby, Stills e Nash ( “Old Love”) con un'ispirazione sempre fresca, capace di raccogliere briciole di rara poesia nella complessa architettura lirica di “Laura”, un raro esempio di lettera musicata che sconfigge la metodica moderna delle mail e dei messaggi affidati a Facebook.
“Old Believers” è piuttosto un disco dove la musica rappresenta un mondo di valori che sta cercando di riempire il vuoto generazionale di una civiltà che si guarda troppo spesso indietro: farlo invece con passione e convinzione è non solo salutare, ma anche utile per volgere uno sguardo più sicuro verso il futuro.    

12/11/2012

Tracklist

  1. This Is How It Goes
  2. I’ve Been Accused
  3. Old Love
  4. Never Meant to Love You
  5. Please Tell Me
  6. Laura
  7. Foxgloves
  8. She Don’t Mind
  9. Times Won’t Change
  10. Seventeen
  11. Over Jordan
  12. Wood Drake

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