Hanno rinnovato l'entusiasmo liberatorio del post-punk con un esordio originale e incisivo e un catalogo di emozioni che credevamo perdute. Le bizzarrie geometriche dei primi Xtc, le pulsioni ritmiche dei Gang Of Four, il graffio sottopelle dei Wire e l'urgenza dei Clash erano riapparse sotto dei cori "a cappella" che mai avremmo pensato possedessero una tale forza eversiva. Una tecnica vocale comunque smembrata dalle atmosfere jazz e riconsegnata alla festosità della musica folk, senza le inflessioni romantiche degli Housemartins o l'arcaico rigore dei Proclaimers.
Il quarto parto discografico "The Chaos" aveva testimoniato una nuova linfa vitale nella produzione dei Futureheads, e "Rant" conferma lo stato di salute del gruppo. Scomparso il timore di trasformarsi nei nuovi Flying Pickets, i quattro rinunciano completamente alla strumentazione e assemblano un eterogeneo e bizzarro insieme di brani tra r'n'b e folk, con tracce del loro passato discografico e un alieno pop elettronico targato Sparks.
L'intuizione vincente è quella di utilizzare approcci diversi tra il repertorio pop e quello folk: "Meantime" e "Robot" (entrambi estrapolati dal loro esordio) restano pungenti e dilettevoli, le voci simulano il suono delle chitarre e del basso come un ensemble punk. Sostenuto invece da strutture vocali polifoniche, il repertorio folk brilla per energia e fascino: "The Keeper", "The Old Dun Cow", "Sumer Is Icumen In" e l'articolata "Beeswing" di Richard Thompson sono trattate con gusto e verve, l'intelligente incrocio delle voci non scivola mai nel prevedibile e le costruzioni armoniche sono complesse e ricche di sfumature. Non c'è ombra di rassegnazione, ma tanta rabbia.
Dopo aver riletto alla maniera dei 10cc la loro splendida "Thursday", i Futureheads giocano col pop dei fratelli Mael in una gustosa versione di "The No. 1 Song In Heaven" e con il soul di Kelis in "Acapella" (il brano con cui si esibirono dal vivo per Radio 1 e che ha dato origine al progetto). Ma il vero punto di forza dell'album è la straordinaria versione del brano dei Black Eyed Peas "Meet Me Halfway", che il gruppo reinventa e trasforma sia dal punto di vista armonico sia da quello ritmico - un piccolo gioiellino che rende il tutto ancor più rimarchevole e pregevole.
Senza dubbio "Rant" è un disco coraggioso, un progetto che conferma la rinata creatività del gruppo e crea la giusta attesa per il prossimo step discografico.
27/06/2012