Hoff

Hibernate

2012 (Handwriting)
ambient-drone
7.5

La Handwriting Records è una piccola etichetta romana che si sta conquistando, con pazienza e dedizione, uno spazio sempre più ampio nell'(or vero risicato) panorama ambient-drone del Bel Paese. Sin dal momento del suo battesimo, avvenuto nel 2009 con l'album “So Far From Winter To Fall” dei La Calle Mojada (band del fondatore Michele Pollice), la label ha attuato una politica ben precisa, concentrando un'attenzione enorme su ogni singola uscita e centellinando le stesse.

“Hibernate” è dunque “solo” la quarta uscita in tre anni del catalogo Handwriting, e porta la firma di Hoff, moniker dietro il quale si cela un side-project di quel Paolo Thomas Strudthoff aka Roads Collide precedentemente messosi in mostra come promettente interprete delle atmosfere dream-folk. Da allora, lo schivo e introverso cantautore si è concesso raramente al pubblico e alla stampa, ritirandosi in un isolamento che lo ha portato a mettere da parte la chitarra acustica ed imbracciare l'elettronica.

Il risultato è forse il prodotto migliore degli ultimi anni di ambient-drone nostrana, un album governato da un'atmosfera languida e desolata, che rievoca il gelo artico annunciato in copertina senza fare a meno di una carica emozionale a dir poco stupefacente. Ad aprire le danze è la distesa di droni e melodia “Motion”, che fonde le visioni subacque di Thom Brennan e i dub sofisticati di Loscil prima di accogliere seducenti gocce di pianoforte in “Because We're All Going To Face It”, frutto possibile di una collaborazione fra Tim Hecker ed Eluvium.
“Earthian” dipinge scenari freddi su tele elettro-acustiche con una forza espressiva degna del miglior Helios, enfatizzando richiami neoclassici già emersi in precedenza e ulteriormente accentuati fra i dolci metallofoni di “Pale”. “To Belong” conclude infine in un crescendo spasmodico, lasciando dilatare il reticolo sonoro e con esso lo spettro sensitivo, applicando alla lettera e con personalità la lezione degli Stars Of The Lid.

“Hibernate” sembra tutto meno che il primo lavoro di una (ex?) promessa del cantautorato alle prese con un nuovo stile. Nei cinque intensissimi brani che lo compongono, Strudthoff si muove con la grazia e la destrezza di un veterano, riuscendo a modellare magistralmente una materia delicata e potenzialmente dispersiva come l'ambient in un'unione di candore e intimità. La speranza è che sia solo il primo passo di una lunga marcia, sia per lui che per la Handwriting.
Applausi&brividi.

25/12/2012

Tracklist

  1. Motion
  2. Because We're All Going To Face It
  3. Earthian
  4. Pale
  5. To Belong