Ike Yard

Ike Yard (ristampa)

2012 (Desire)
post punk, minimal electronics

Parlare di questo prezioso e dimenticato progetto newyorkese è ricordare anche quel battito di ciglia che fu la Factory Us, succursale americana della storica etichetta inglese di Tony Wilson.
Questo disco, infatti, fu l’unica pubblicazione della label nell’arco della sua brevissima vita, e questa sfortuna di certo non aiutò quest’opera che solo recentemente è stata ripresa in considerazione grazie ad artisti come Raime, Regis e Soft Moon che l’indicavano fra le proprie influenze. 


“Ike Yard” è un perfetto agglomerato post-punk di elettronica minimale, un insieme coeso di tante micro-macchine assemblate da influenze eterogee: Cabaret Voltaire, Clock Dva, Can, senza naturalmente tralasciare i The Normal.
Il funk spezzato di “M Kurtz”, la sensualità robotica e notturna di “NCR”, la psicopatologia dominante nelle drum machine marziali e industriali di “Loss” s’innestano in equilibrio con la tribalità di “Kino” e i primi sintomi techno di “Half A God”, mostrando un corpo cibernetico in continua evoluzione, che di umano tratteneva a stento un senso melodico impercettibile.

La complessità nella stratificazione e organizzazione dei suoni è un fattore che si troverà anche nei successivi progetti dei componenti del gruppo, come nei Black Rain di Stuart Argabright, in cui si assiste a una visione dark-ambient dalle ritmiche post-industriali. 
Una complessità che rende questo oscura gemma del passato un disco emblematico anche per le sotterranee evoluzioni della musica elettronica e della wave sintetica.

La ristampa della Desire records (sia in cd che in vinile) permette la riscoperta di questo piccolo grande Graal della wave sintetica, prima reperibile solo in alcune antologie, ridando luce a un progetto che nonostante la sua brevità (1979-1983) riuscì a costruire un avamposto per gli sviluppi stilistici della musica elettronica minimale.

20/11/2012

Tracklist

  1. M. Kurtz
  2. Loss
  3. NCR
  4. Kino
  5. Cherish 8
  6. Half A God

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