Dopo una mezza dozzina di dodici pollici pubblicati su Hivem Disc, Permanent Vacation e Young Turks, John Talabot (nella vita di tutti i giorni Oriol Riverola) pubblica finalmente il suo disco d'esordio, "ƒin". Eppure sono più di dieci anni che il dj e produttore spagnolo suona in locali e festival del suo paese - chi l'ha ascoltato racconta di nottate passate a ritmo di techno melodica e successi della Border Community. Nei due mix-album pubblicati nel corso del 2011, Talabot ha mostrato un eclettismo sconosciuto a molti dei suoi più blasonati colleghi, mixando insieme Matthew Herbert e Maria Minerva, le Warpaint e Omar S.
Con il suo disco di debutto, "ƒin", John Talabot ha deciso di dare una scossa al mondo della deep house. Una giungla tropicale di suoni e di umori avvolge i primi istanti di "Depak Ine", il meraviglioso brano che apre il disco. Un suono che ricorda la techno multicolore di Portable, e che per certi versi è ancora più astratto. Dance per viaggi immaginari: spesso e volentieri, nelle tracce del dj di Barcellona, il ritmo si ferma per lasciare spazio a divagazioni sintetiche e aromi esotici. Come nei viaggi psichedelici di Caribou, ma con una visione più legata al mondo dei dancefloor: "Destiny" è house venata di soul con una coralità pop degna di Peter Gabriel. "Journeys" aggiorna il modello, inseguendo i miraggi dell'ultimo Panda Bear.
Tra i dischi techno da non farsi sfuggire in questa prima metà del 2012.
16/05/2012