I losangelini Lamps sono dei mattacchioni. Potenza, precisione, melodia: il loro garage-rock ruota intorno a questi tre elementi fondamentali. E chitarra, batteria e basso sono tutto quello che gli serve per scaricare rabbia brada o per inalberarsi lungo ritornelli scanzonati e break desiderosi di catchyness.
Certo, le bordate rumoriste di “Dogcatcher” potrebbero far pensare ai Billy Bao più distruttivi, eppure quello è solo un modo per fare un po’ di bruta caciara, per spaventare i deboli di cuori. Perché, a conti fatti, il disco si digerisce con il sorriso sulle labbra, tra citazioni rockabilly, sfracelli collagisti e drumming pulsante (sentite che spasso che è “An Irrational Fear of Sailors”, pur nella sua posa artistoide!), numeri più robusti in cui si sente la longa manus dell’epopea noise americana a cavallo tra anni Ottanta e Novanta (“H.B.D.”, “Famous Chimps”, la furia chitarristica di “Hawaiian Voters”), propulsioni Cramps-iane (“You’re Belinda”) e carburazioni post-punk in un delirio di feedback e fuzz (“Pagodas”). Un titolo come “I've Been On A Lot Of Camels” fa sorridere, ma quando presti poi orecchio alla musica, finisci per fare a testate contro il muro, sbattendo il culo come un indemoniato…
Niente, niente male!
16/12/2012