Il duo svedese - scoperto appena l'anno scorso - con il suo interessante melting pot di wave e industrial, dai toni sintetici cerebrali, si ritrova ad affrontare la seconda prova con un assetto totalmente nuovo. Dopo il congedo di Amanda, Hannes Norrvide è rimasto da solo alla guida del progetto apportando importanti modiche all'identità sonora.
Insieme ad Amanda scompare l'anima più rumorista e distorta dei Lust For Youth, dando modo all'aspetto più minimale di evidenziarsi. Il binomio di apertura "Behind Curtains"-"It's You" è simbolico del nuovo percorso: una ruvida patina minimal-wave dalle sfumature opache e ruvide lambisce un registro synth-pop vicino ai primi Cold Cave.
Di contrappasso, l'ipnotica e meccano-mantrica "We Planted A Seed" mostra il lato più rumorista dello svedese, un gorgogliare che rifluirà nelle successive "Champagne" e "Le Rouge", nelle quali sembra profilarsi un matrimonio chimico fra i Suicide e il primo industrial, con leggeri e fuorvianti sfumature psichedeliche.
La condensa emotiva e nervosa si ramifica anche nell'interessante "Cover Their Faces", un pezzo che richiama l'Ebm con i suoi beat profondi e la voce sommessa fra cumuli di strati elettrici. Oppure nella finale "Neon Lights Appear", il brano probabilmente più astratto e lirico del disco che, muovendosi tra echi distorti e geometrie sgranate sommerse di feedback, mostra un perverso intimismo in procinto di frantumarsi.
L'equilibrio è precario e lo spettro emotivo si contorce su se stesso in maniera affascinante; peccato che a bilanciare questa spirale insana ci siano brani non del tutto genuini, come "Always Changing" e "We Got Lust". Questi, seppur di pregevole fattura synth-wave, rallentano e de-personalizzano il disco con citazionismi a volte fin troppo evidenti.
Il sunto finale è un'immagine piuttosto indecisa. Il cambiamento nella band ha ovviamente influito in questa trasformazione, che mostra diversi spunti interessanti di sviluppo rimasti però scollegati fra loro. Il lato più concreto e distorto del progetto è scomparso, lasciandosi dietro un ricordo, un'eco di memoria malinconica su cui s'innestano strutture più precise e coerenti.
Sicuramente un passo indietro rispetto a "Solar Flare", ma non per questo da scartare. Speriamo che, con il prossimo passo, Hannes riesca a dare un'immagine più complessa e organica della sua creatività.
P.S. La versione a cui si fa riferimento è quella licenziata da Avant! su Lp. Una versione in cd con altri cinque brani sarà distribuita successivamente da Other Voices Records.
24/06/2012