Fabio Soregaroli, già rampollo di Snowdonia per il notevole progetto Magic Secret Room (2001), ritorna a registrare per la mitica etichetta messinese a nome Magic Crashed con "Perché io lo sapevo". Il disco contiene più stili, e pure più dischi, in uno.
Anzitutto l'electro-techno con irriverenza de-evoluzionista (Devo), tra cui "Spazio contorto", la più ficcante, "Barracatudes", "Il settimo sigillo", "Waltzer con mortaretti" (uno strumentale di tastiere e due ritmi sovrapposti), la versione minimal-house di "Go Machines Go" (otto minuti, poi mostro elettropunk e scampoli di campioni d'avanguardia), la techno balcanica di "Aliraza". La scansione è intrigante ma priva d'idee normalmente intese.
Il rockabilly di "Ahhhhhhh!!!", con versi e boccacce, "La maga" e la parodia dei Soundgarden di "Not In My Dream" indicano la zona del materiale suonato (tutte e tre vecchiotte). Quindi ci sono filastrocche bambinesche parenti del tardo Vinicio Capossela ("Fronte della visione", "Spaccalegna").
Verso la fine il disco sembra finalmente coagularsi in una deviata forma di coerenza, a partire da "Coscienza di flusso", studio per piano e interferenze, quindi con "Factorian", scherzo swing-vaudeville elettronico in qualità amatoriale (spassoso, non durasse ben sette interminabili minuti), e "Consapevolezza enteogenica", altro scherzo modellato su drum machine e traviato da rumori radio, per finire con la sardonica "Krackam".
Diario di bordo completato in anni, farfugliante zibaldone delle più intime passioni del confuso compositore, uno stile che vorrebbe essere post- ma suona rozzamente pre-, pur nel suo fascino di studio manicomiale. Assimilazione per bicarbonato.
22/09/2012