Mente burattinaia della Mannequin Records, una delle etichette più importanti dietro alla riscoperta di gemme wave del passato (la serie Danza Meccanica, le ristampe di Central Unit e Janitor Of Lunacy) e all'uscita di nuovi interessanti progetti (Octavius, Mushy), Alessandro Adriani è anche il deus ex-machina dietro il progetto Newclear Waves.
Un futuro gelido e post nucleare, atmosfere rarefatte e claustrofobiche, ritmi futuribili e voci trasformate da meccanismi spigolosi: questi i contorni di un'opera prima che sa tanto amare il passato quanto l'evoluzione del suono. Se tra le pieghe plumbee troviamo sfumature della prima Mute o della 4AD meno eterea, è per bilanciare una passione non troppo nascosta per le colonne sonore di John Carpenter e l'estetica di registi come Lynch e Cronenberg.
"Dust" e "The End Of The Cold War" seguono questo equilibrio tra polveri radioattive e tute anti-contaminazione, per poi sfociare in brani dal tessuto più complesso e lirico come "Fading" e "The Black Hand", due composizioni che crescono su una linea ritmica minimale e ansiogena, in un mantra ipnotico dalle sfumature bruciate. Una spirale grigia d'impulsi elettromagnetici che danza su se stessa alla ricerca di un bivio, di un percorso tra finestre distrutte e scale interrotte.
Dai contorni meno paranoici e più tenui è "Tishina", in cui la voce flebile di Xiu (voce e live synth) prende forza sui raggi di un'alba opaca. Un movimento frenetico e tagliato si apre ad uno spazio sospeso ed etereo, per poi seguire in un pulsare cardiaco verso la conclusione di una preghiera estatica. Ma è l'unica espressione veramente umana di un futuro razionalizzato, in cui anche il mare ("Where The Sea Stands Still") si muove, si contorce e collassa fra impercettibili file di 1 e 0.
Un infinito orizzonte in proiezione algoritmica si distende così fra gelide pulsazioni della coldwave anni Ottanta e una visione futura cruda e vivida. Senza inutili citazionismi, in una piena coscienza delle proprie radici e della propria visione, il progetto Newcleare Waves sviluppa le pellicole nella propria morbida camera oscura.
03/07/2012