No Doubt

Push And Shove

2012 (Interscope)
pop-rock
5.5

Dura la vita della pop-star a stelle e strisce. Un occhio alle classifiche, un altro alle riviste scandalistiche, un altro ancora (quello del manager) al look giusto, un orecchio sempre puntato sul sound del momento che diventa vecchio già dalla settimana successiva e una mano sul portafogli per ingaggiare in tempo l’ultimo produttore di grido.
I guadagni e la fama sono allettanti ma non tutte sono tagliate per farsi trascinare in un tale, remunerativo vortice; il talento non è un requisito necessario quanto lo sono, invece, nervi saldi, ambizione e pelo sullo stomaco (solo lì ovviamente).

Gwen Stefani lo è diventata suo malgrado e, forse, senza la giusta convinzione. Ritrovatasi (volontariamente?) orfana dei suoi No Doubt, gruppo baciato da un successo di tutto rispetto ma altalenante e sempre in bilico tra il compiacere MTV e non perdere il supporto delle un po’ più alternative college-radio americane, fu reinventata super-star mediatica grazie alla pubblicazione di un impeccabile album pop come “Love. Angel. Music. Baby.
Complici il suo entusiasmo, la sua autentica sensualità e i migliori produttori sulla piazza, è stata lei la nuova Madonna, per quasi tre anni. Tuttavia, già dalla prematura pubblicazione del suo secondo album (un po’ raffazzonato e di minor impatto), quella passione sembrava svanita, sostituita da una contrattuale routine in cui non sembrava esser più a suo agio.

Sono passati quasi sei anni da allora, Gwen Stefani si è dedicata alla famiglia, è stata il più possibile lontano dal jet-set e probabilmente ha pensato a quale escamotage utilizzare per calcare nuovamente le scene senza subire l’inevitabile pressione cui ogni pop-star va incontro nel momento dell’atteso ritorno.
E quale idea migliore di rimettere in piedi il suo gruppo, salvando in un colpo solo i suoi vecchi amici dall’oblio e le sue multimilionarie quotazioni in caso d’insuccesso? Di una cosa le va dato atto, però: nonostante l’inaspettata mossa un po’ codarda, questo “Push And Shove” è davvero il nuovo album dei quattro No Doubt, con ben poco di nuovo da raccontare e i loro soliti difetti, e non un disco solista della Stefani mascherato. E chissà, magari questa è davvero la veste che lei sente più calzante.

Evitata quindi come la peste qualsiasi concessione alle ritmiche disco o all’R’n’B più modaiolo, si torna al rockettino elettrificato e adolescenziale dei tempi che furono, ben prodotto ma con una dolciastra e un po’ impacciata atmosfera da ritrovo coi compagni del liceo che aleggia su diversi pezzi (soprattutto “Gravity” e “Heaven”).
L’irruenza ska-punk degli esordi stemperata per lasciare giusto un po’ di spazio a sonorità pseudo-reggaeggianti (nel primo singolo “Settle Down”, un po’ sottotono, e nella morbida “Sparkle”), già sviscerate in passato e che solo nella title-track i quattro cercano di colorare maldestramente, nonostante l’aiuto di un peso massimo della consolle come Diplo, con spruzzate dubstep (un vezzo che pare ormai irrinunciabile nelle recenti produzioni mainstream).

La festicciola riesce a mantenersi briosa grazie a “Looking Hot” e “Undercover”, due graziosi pezzi di pop propulsivo che avrebbero funzionato discretamente anche sul lato B di “L.A.M.B.”, ma diventa clamorosamente noiosa sui brani più lenti (non è più tempo di pomiciate sui divanetti).
Se la tua band si chiama No Doubt, una “Don’t Speak” (ruffiana quanto si voglia ma innegabilmente funzionale) la si realizza solo una volta nella carriera, e infatti pezzi come le corpose “One More Summer” e “Undone”, intrise di quella prevedibile retorica da ballatona californiana, non riescono nemmeno a sfiorarne la leggerezza radiofonica. “Easy”, fosse stata più scarna, poteva sembrare addirittura una ballad di Kylie Minogue, e sarebbe stato meglio.

Una pop-star che rinuncia al suo status per riformare il vecchio gruppo un po' dimenticato: qualcosa a metà tra la trama di uno sdolcinato tv-movie pomeridiano e un vago smacco all’industria discografica pre-confezionata.
Considerati però i risultati attuali (non proprio memorabili) e quelli passati, ci si chiede con sorpresa se Gwen Stefani non avesse fatto meglio a seguire, anche stavolta, il suo portafogli anziché il suo cuore.

20/09/2012

Tracklist

  1. Settle Down
  2. Looking Hot
  3. One More Summer
  4. Push And Shove (featuring Busy Signal and Major Lazer)
  5. Easy
  6. Gravity
  7. Undercover
  8. Undone
  9. Sparkle
  10. Heaven
  11. Dreaming The Same Dream

No Doubt sul web