Para One

Passion

2012 (Because)
future garage, post-dubstep, electro-house

Non sempre l'ambizione è una buona consigliera: talvolta, l'avere aspirazioni troppo alte implica una non completa assimilazione delle nuove influenze e suggestioni, col risultato che eventuali lavori inediti finiscono per risultare più un quaderno d'appunti che un effettivo viaggio in musica. "Passion" si trova proprio in questo limbo; e dire che Jean-Baptiste De Laubier, produttore (e occasionalmente regista) che opera con il moniker Para One, non è di certo poco uso nello spiazzare di uscita in uscita, aggiornando costantemente il proprio stile e confrontandosi con quanto di meglio la scena elettronica sapesse offrire in quel preciso momento.
Dall'ovvio french touch degli esordi (invero anche più che godibile), frullato assieme al linguaggio dell'eurodance, passando per la colonna sonora del film "Naissance des pieuvres", più volta ad un'intersezione tra ambient, chillout e Idm, il corso del francese ha sempre teso a un graduale e regolare rinnovamento, con cui esplorare la vastità delle possibilità messe in campo da quel cosmo infinito definito banalmente "elettronica".

Non ci si stupisca quindi, se pure la sua seconda fatica sulla lunga distanza si presenti con un profilo musicale totalmente mutato, adeguatosi ai più recenti sconvolgimenti in ambito dance, ma non soltanto. Il frasario del post-dubstep, nelle sue mille sfumature e interpretazioni, costituisce l'ossatura portante dei dodici brani, che formano un autentico florilegio di molte delle possibili soluzioni ipotizzabili in un settore che si sta continuamente reinventando.
"Wake Me Up" è pura immersione nella contemporaneità: echi soul lontanissimi e del tutto astratti dalla loro origine, linea canora riplasmata e manipolatissima, groove sincopato e abbreviato. "Sigmund" (evidente omaggio al padre della psicanalisi) è un martellante e cervellotico pulsare di glitch e bassi profondissimi che si rincorrono su un apprezzabile pattern future-garage, che trova nel tiro vagamente funky di "Lean On Me" uno sviluppo più concreto e organizzato.

Balzano alla mente i nomi di Boxcutter e Lapalux, per cercare di rendere l'idea di un idioma sonoro così sfaccettato e iridescente, e non si è poi così distanti dalla realtà dei fatti. I già menzionati canovacci funk, scampoli melodici che s'immergono nelle rigorose e consistenti tessiture, liquidità house (il Nostro non trascura assolutamente la propria provenienza, rimarcandola nella formidabile "When The Night", paradossalmente la traccia più memorabile nella raccolta) convivono in un disegno unitario invogliante e a suo modo catchy, che non disdegna mai il seducente richiamo del ritmo, per quanto elaborato e intricato possa essere.
Ed è in questo alternarsi tra impalcature cerebrali e un afflato maggiormente impostato al dancefloor che l'album trova la sua ragione d'essere, probabilmente non la più originale, ma non certo sprovvista di una ricercata attrattiva.

Il tutto scorre con inappuntabile precisione, liscio come l'olio, senza una sbavatura che corrompa il decorso spedito dei brani, con una disposizione della scaletta che si lascia ascoltare e riascoltare. Al di fuori della felice eccezione sopra menzionata però, mai un guizzo che strappi un gesto di sorpresa, mai un'alchimia insolita che renda il sound più personalizzato e convinto dei propri passi. Non è certo difficile intuire quale possa essere l'esito dell'operazione: semplicemente un compito ben svolto, capace di qualche brillantezza carpita da qualche paragrafo non proprio ben spiegato dai propri maestri, ma niente di più. Se il tempo dedicato per la realizzazione del disco è stato tutt'altro che irrisorio, la sensazione all'ascolto è di un contatto soltanto recente coi sovvertimenti elettrici provenienti dalla vicina Inghilterra, il che è tutt'altro che edificante, a maggior ragione per un produttore che non si può proprio definire alle prime armi. Legittimo (anzi, consigliabile) correre dei rischi, ma a volte sarebbe meglio evitare di lasciare la strada vecchia per quella nuova.

17/09/2012

Tracklist

  1. Ice Cold
  2. Wake Me Up
  3. Every Little Thing
  4. Vibrations followed by Apples (interlude)
  5. When The Night (ft. Jaw)
  6. Sigmund
  7. Love Ave
  8. You
  9. Albatros
  10. Lean On Me (ft. Teki Latex)
  11. The Talking Drums
  12. Empire

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