Pedalo'

Sale

2012 (MiaCameretta Records / Fallo Dischi)
hardcore-punk

La scelta estetica è chiara: brani brevissimi, concitati, in pieno stile New York Hardcore, testi concisi, scritti in italiano, che parlano di sole, mare e sabbia che irrita i genitali.
Una sorta di punk da stabilimento balneare, fra polluzioni notturne, amori tribolati, tuffi in alto mare per piacere alle ragazze, manigoldi mal riusciti, ipotesi sado-maso, grandi e piccole perversioni, e alla fin fine anche qualche lievissima punta di romanticismo.

Uno pensa a un disco così, e naturale diventa il collegamento con MiaCameretta Records, che si è fatta portatrice dell’approccio “un minuto e via” dando recentemente alle stampe il formidabile “Miniature”, raccogliendo contributi importanti (e brevissimi) in giro per la penisola. In quel “Miniature” c’erano anche i Pedalò, tre ragazzi campani che sognano di incidere per la Touch & Go e che probabilmente ritengono Steve Albini il più grande personaggio storico di tutti i tempi, dopo Diego Armando Maradona, ovviamente.
Distorsioni e dissonanze popolano “Sale”, il loro esordio, che fa seguito a un Ep che ha funzionato da prologo a quella che potrebbe diventare una bella storia di casa nostra.

I Pedalò hanno compreso quanto la capacità di sintesi sia oggi una dote fondamentale: l’ascoltatore medio è poco attento, non ha molta pazienza, e bisogna colpirlo prima che decida di switchare altrove.
Come dire: il pubblico non avrà il tempo materiale per annoiarsi durante l’ascolto di una canzone, perché prima che sarà in grado di formulare un simile pensiero, sarà già iniziata la successiva.
Da questo punto di vista il progetto dei Pedalò, una sorta di Minor Threat incrociati con dei Jesus Lizard bruciati dal sole partenopeo, può essere considerato pienamente riuscito.
Non resta che inforcare un paio di occhiali da sole e servirsi una bella bibita ghiacciata, per poi spararsi per endovena diciotto minuti intensissimi.

Il problema, se proprio dovessimo trovarne uno, è che un progetto del genere, tende un pochino a scivolarti fra le mani, un lampo quasi incontrollabile, quasi una metafora della vita, se vogliamo.
Ironizzando su sé stessi, i Pedalò sostengono di aver messo soltanto quattordici tracce dentro “Sale”, in quanto altre 46 purtroppo finivano prima di iniziare. Una frase che rappresenta benissimo l’urgenza di condensare il tutto in composizioni che mediamente durano un minuto, dal ritmo serrato e dai testi minimali.
Ma canzoni sparate così corrono il rischio alla lunga di assomigliarsi, e la logica di essere per forza brevi penalizza parte delle reali capacità del trio, che ha tutti i numeri per dimostrare di saperci fare anche aggiungendo qualche ingrediente in più.

Apprezzabilissimo il punk approach della band, ma se la prossima volta i Pedalò ricercassero anche incroci imprevisti e contaminazioni sorprendenti, potremmo assistere a sviluppi davvero clamorosi.
Non accontentatevi di fermarvi al primo disco dei Wire!

01/12/2012

Tracklist

  1. Manigoldi mal riusciti
  2. Friggitoria del Corso
  3. E adesso arriva Bob e ce lo misura
  4. Tuffi in alto mare
  5. Dietro
  6. Polluzione notturna
  7. Il giardino dei Tenti Ranieri
  8. La canzone dell’amore mai trovato
  9. Tesoro me lo metti dietro ?
  10. Bastardino trovato sul lungo mare
  11. Tu sei bellissima
  12. Settembre a Mondragone
  13. Al tramonto
  14. Deo gratias testiculos habet

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