Polaroid Militia

Polaroid Militia

2012 (Repak)
electro pop, synth punk

Sono italiani, ma potrebbero essere la prossima rivelazione elettro-pop prima dell'arrivo dei Maya. Anzi no, elektropop, come amano definirsi. O ancora meglio: electroclashwhatever. Del resto, come dargli torto a dieci anni dal debutto di una mamma del genere, quale potrebbe essere benissimo considerata Miss Kittin.
Nati dalle ceneri di due o tre (abbiamo perso il conto) diverse esperienze musicali, tutte per lo più a base di chitarra/basso/batteria, i Polaroid Militia si presentano come un duo fresco, divertente e, cosa non da poco per il genere proposto, divertito. Dopo una serie di tracce messe in rete e un accattivante video piazzato su YouTube, eccoli così approdare al debutto discografico. Nel suo piccolo, capace di fondere entusiasmo, elettronica pop, attitudine DIY e talento. Elementi che troviamo in Regan e Patrick: maturi nella loro semplicità, fruibili dalla prima all'ultima traccia. 

“Polaroid Militia” è un disco che la dice lunga sulla passione dei due per la musica a 360 gradi. Impossibile non accorgersi dell'influenza di gruppi come Ladytron, Kap Bambino, Crystal Castles e Team Plastique sul loro sound. Cosi come accenni di Auto Auto, Thermostatic e scena svedese annessa. Ma fermarsi a questo sarebbe un pressapochismo imperdonabile. Perché l'aurea che è propria di queste formazioni viene qui reinterpretata con un'attitudine sfacciata e una stravaganza autenticamente riot che pochi gruppi dell'area hipster-sfiga italiana attualmente possono vantare.
Dai solchi di questi brani traspare quanto, più delle pretenziosità delle ultime Client o dell'avanspettacolo delle Chicks On Speed, ci sia l'efficacia di un'etichetta (nata morta) come la berlinese Fatal Recordings (la prima a dare fiducia, nel lontano 2004, ai Vanishing di Jessie Evans). Più che ai sogni di una major, come Karin Dreijer, la Militia bada a miscelare con beffarda ironia L7 e Pylon tra caotici synth, sinistre trovate da B-movie giapponese (“Catatonic Godzilla”), disco beat e melodie minimali.

Singolare e frizzante, questo disco presenta una policromia di colori a cui difficilmente si può resistere. E lo fa con un'intelligenza mai assopita, che a tratti desta meraviglia. Come nel caso dei quattro minuti di “Astana. My Hero”, traccia caricata su Soundcloud dalla band oltre un anno fa e che potrebbe essere perfetta come soundtrack per il movimento di liberazione delle Pussy Riot, se solo il mondo capisse ancora mezza virgola di musica e non desse solo retta a Madonna e alla sua fastidiosa voglia di non invecchiare.
Più che soddisfacente è anche la "difficile" cover dei Kraftwerk (“The Model”), dove la nota band di Düsseldorf viene frullata assieme ad accenni di Devo e di Karen O' degli Yeah Yeah Yeahs, funambolica rivisitazione come non se ne sentiva una da tempo.

In buona sostanza, i Polaroid Militia sono un duo che ha pienamente coscienza di quali siano tutti i propri modelli da seguire. Di quei modelli posseggono il medesimo spirito provocatorio e la medesima voglia di assemblare, che piega la materia sonora alla propria estetica correndo quella tendenza elettro-pop che ha realmente un senso d'esistere.
I Polaroid Milita, quasi sicuramente, non rivoluzioneranno mai il mercato musicale, però sono in grado di spostarlo di mezzo centimetro nel loro universo scrivendo della buona musica - in non più di due metri quadri. Trattandosi di una lotta impari, come per Davide contro Golia, mi sembra che non ci si possa proprio lamentare.

27/11/2012

Tracklist

  1. Catatonic Godzilla
  2. F.L.U.O.
  3. Falling In The Cyberspace
  4. Astana. My Hero
  5. Neon Light Addicted
  6. Field-Effect Heartbreak
  7. The Model (Militia Extended)






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