SaffronKeira

A New Life

2012 (Denovali)
ambient-glitch, experimental
7.5

Nel presentare il progetto SaffronKeira, Eugenio Caria – ex disc-jockey di musica techno nella natia Sardegna – cita alla voce “influenze” una miriade di nomi, che paiono essere ordinati in ordine di importanza.
Ne basterebbero in realtà tre per descrivere l'album che segna il suo debutto sulle scene con un'etichetta importante e influente come Denovali: Murcof, Alva Noto e Ryuichi Sakamoto, da leggersi rispettivamente come astrazione, destrutturazione e tradizione applicate alla tecnologia.

“A New Life” è infatti un contenitore curato con certosina precisione, limato nei minimi dettagli, rispetto ai quali questa è sovrana indiscussa della scena. Ma è soprattutto un viaggio, lungo e lastricato, una sequela di diapositive divisa in due parti - la “vecchia” e la “nuova” -, nelle quali ciascuna di esse ha un ruolo definito, una peculiarità che la rende indispensabile. Come scene di uno spettacolo in due atti, i brani si susseguono abbracciando uno scenario comune ma modificando di continuo l'inquadratura.

Il primo dei due dischi, “Old Life”, è una digressione in landscape freddi e oscuri, alla ricerca convinta dell'estetica perfetta. La devozione all'avanguardia fuoriesce in forma pura dall'opener “Soliga” - profondamente ancorato al glitch più concreto e caratterizzato da un non-ritmo spettrale – lasciandosi invece contaminare nei sibili di “Ethan” (Alva Noto docet).
La passione per la minimal-techno à-la-Pan Sonic torna d'attualità nella gelida ipnosi di “Symbiosi”, per poi fondersi con la forma più rarefatta dell'ambient-dub Loscil-iano nel crepuscolo alieno di “Intrepidation”, mentre a virare verso un sound più canonico sono la sensuale e sincopata “Pregnancy” e la parentesi elettro-orchestrale di “Last Days”, unica concessione romantico-emozionale nelle gelide trame disturbate del disco.

Il secondo capitolo, “New Life”, è la faccia limpida e serena della medaglia, che si libera dalla morsa dark per adagiarsi su un più comodo e accessibile terreno acustico. “11208” riprende così il minimalismo e il battito dub, mescolandoli ad un flusso languido e malinconico in una miscela non distante dal Biosphere più ispirato, mentre gli arpeggi di “190305” e i cicli dronici su terreno glitch di “First Denti” paiono inchinarsi dinnanzi ai viaggi dell'ultimo Sakamoto, fra tradizione classica ed evo digitale.
E se il passaggio avant-garde di sample, dissonanze e field recording di “Psychologically Destroying” viaggia su binari astratti e più tortuosi – a cavallo tra Murcof e i Polwechsel – a riconciliare con il mood della “nuova vita” ci pensano le due suite di chiusura: “Acceptance Of Mental Disorder” parte schizofrenica e iperattiva, per poi stendersi su un candido tappeto ambientale, mentre l'etereo canto della conclusiva “Endless Agony Of Being Sick” congeda dal lungo ascolto all'insegna della quiete della “vita nuova”, raggiunta per rassegnazione all'agonia, come lasciato intendere dal titolo.

Nelle sue monumentali due ore e venti di durata, “A New Life” è album in grado di spaziare con maestria fra mondi diversi, forte di un'eleganza e di una magniloquenza formidabili e della capacità di padroneggiare una moltitudine di linguaggi.
A tratti oscuro e ad altri malinconico, equamente diviso tra perseveranza e rassegnazione, è l'esordio lungimirante di un musicista quantomai promettente, nonché uno degli azzardi più fruttuosi dell'instancabile Denovali. Standing ovation.

20/09/2012

Tracklist

Part 1: Old Life
  1. Soliga
  2. Symbiosi
  3. Intrepidation
  4. Ethan
  5. Pregnancy
  6. 8th Months
  7. Last Days

Part 2: New Life
  1. 111208
  2. First Denti
  3. Psychologically Destroying
  4. 190305
  5. Acceptance Of Mental Disorder
  6. Endless Agony Of Being Sick


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