Snow Palms

Intervals

2012 (Village Green)
minimal-electronic

David Sheppard (State River Widening) e Chris Leary (Ochre), con il loro progetto Snow Palms, abbandonano il passato post-rock per marimba, glockenspiel e xilofono. Citando Steve Reich e Philip Glass, in "Intervals" i due giocano con residui di minimalismo e flussi etnici, in miniature delicate e gentili che sfruttano giri armonici ciclici, trasformando la ripetitività in piacevoli bozzetti adatti come sottofondo, ma comunque ricchi di autonomia lirica.

Influenzati dalla coralità della musica indonesiana, i Snow Palms alternano momenti descrittivi come “Light Museum” e “Blue Yonder” ai guizzi melodici seducenti di “Snow Light”, e alle genialità neoclassiche di “Index Of Rivers”. Archi e violoncello rivestono con eleganza le sonorità metalliche e ipnotiche delle undici tracce, mentre tastiere e chitarre frantumano la monotonia formale e danno luce alle giocose geometrie di “Premonitions”. Ripercorrendo la strada sulla quale hanno già raccolto frutti Mike Oldfield (“Incantations”), Uakti, Stephen Micus e Wim Mertens, i due musicisti elaborano un piacevole soundtrack invernale ricco di suggestioni, sfiorando il folk pastorale nella romantica “White Sea” e il barocco nella cameristica “Motion Captures”, che tra incroci di fiati, violini e glockenspiel eleva i toni con maliziose creazioni armoniche.

La struttura a specchio di “Atoll” e la rigidità ipnotica di “In Camera” conservano il flusso costante di tensione emotiva. Nell’attesa di incrociare però i meccanismi cerebrali più spirituali di “Swimming Figures” e quelli più ancestrali in “Delta Switching“, che il maestro Peter Greenaway avrebbe gradito come colonna sonora, c’è giusto il tempo per uno sketch modernista alla maniera dei Durutti Column (“Light Museum”) prima che cali il sipario sulle preziose note del disco.

Il progetto Snow Palms è in verità anche l’occasione per ripristinare l’attenzione su uno dei musicisti più creativi della scena inglese, ovvero quel David Sheppard già membro dei Baloon (prodotti da Michael Brook) e degli Ellis Island Sound, ma anche autore con Keiron Phelan del notevole “Harp's Old Master”. Non va poi dimenticata la sua attività di giornalista per Mojo e di imprenditore discografico con la taumaturgica Second Language: la sua musica riflette infatti tutta la complessità del personaggio, capace di trasformare linguaggi sonori familiari in qualcosa di stimolante e originale. ”Intervals” non sfugge alla regola e si candida come una delle colonne sonore più adatte per la chiusura dell’anno della profezia Maya.

05/12/2012

Tracklist

  1. Snow Light
  2. Atoll
  3. Blue Yonder
  4. In Camera
  5. Index Of Rivers
  6. Motion Capture
  7. White Sea
  8. Premonition
  9. Swimming Figures
  10. Delta Switching
  11. Light Museum

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