We’ve been called immature
but that’s not all that has been said
Someone made the accusation
That we were still breastfed
And there may be some truth in that
But I don’t think that’s what they meant
da “Police Me”
È risaputo che l’indie-pop è il genere dell’adolescenza: tanto disimpegnato quanto idealista, tanto ingenuo quanto segnato da una malinconia indefinibile. La Matinée si conferma, con questa ristampa, una delle etichette di riferimento del genere; forse la più autorevole nel proporsi come vera mecenate dei nuovi interpreti e, ora, anche come filologa riconosciuta nella riesumazione del patrimonio lasciato dalle innumerevoli band a cavallo tra anni 80 e 90.
Gli Sugargliders sono, nel loro nucleo più essenziale, i fratelli Josh e Joel Meadows e quando iniziano, manco a dirlo, il più grande ha diciannove anni; il più piccolo sedici. Sono di Melbourne, e questo basta a riconoscere tracce del vicino Dunedin sound nelle loro canzoni (un jangle sferragliante, un basso alienato e rotondo; si vedano “Aloha Street”, “Another Faux Pas” e “Sway”) e, naturalmente, dell’”aurea ingenuità” dei Go-Betweens (“Will We Ever Learn”, “Police Me”).
“A Nest With A View” raccoglie venti delle tracce che costituiscono il limitato repertorio pubblicato dalla band, che annovera in particolare una serie di singoli rilasciati sotto Sarah dal 1990 al 1994. Languidi corteggiamenti (“Corn Circles”), contaminazioni Motown (“Letter From A Lifeboat”, “Trumpet Play”), più prevedibili suggestioni Smiths-iane (“Fruitloopin’”), fino a scorgere mutazioni che scortano l’indie-pop verso le sue espressioni nineties, lato Elliott Smith (“Yr Jacket”, il recitato di “Reinventing Penicillin”, la bella ed elettrica “90 Days Of Moths And Rust”).
Soprattutto, tanti motivi memorabili e percorsi da quella vena di brillante irrequietezza che costituisce il più agognato bottino di un disco di questo tipo (“Sway”, “Ahprahan”, “Everybody Supermarket”).
Grande compilation “di genere”, “A Nest With A View” ha appunto nell’essere circoscritto a quell’insieme di stili e di sensazioni il suo interesse di “documento” di opera di transizione dell’indie-pop e, nel contempo, il maggior limite per chi a questo genere non si è mai accostato con grande convinzione. Per gli appassionati, però, questa raccolta della Matinée rappresenta un pezzo indispensabile della propria collezione.
31/10/2012