Tomoko Sauvage

Ombrophilia (ristampa)

2012 (Aposiopèse)
hydro(n)oise

Residente a Parigi da quasi un decennio ma nata e cresciuta a Yokohama, la dolce fanciulla giapponese Tomoko Miyata aka Sauvage è potenzialmente il nuovo volto artistico di musica d'avanguardia e sperimentale del Sol Levante. È bastata qualche traccia rilasciata nel 2008, giusto per scaldare gli animi e per farsi ovviamente conoscere, per convincere - appena l'anno seguente - l'etichetta indipendente either/OAR a puntare su di lei, facendole pubblicare quello che finora è l'unico album ufficiale intitolato "Ombrophilia".
Già, proprio così, "Ombrophilia" è un disco di qualche anno fa, e che passò inspiegabilmente inosservato. La neonata label franco/belga Aposiopèse, ristampandolo in vinile, lo ripropone sperando di ottenere un maggiore interesse di pubblico.

Se la musica sprigionata dai dronici rumori della più nota Sachiko manifesta caos e sensi di dolore interiore, le ammalianti note di Tomoko Sauvage, per contro, sono sempre semplici e lineari, in un certo senso rassicuranti e di rinascita spirituale.
La strumentazione utilizzata da Tomoko, quella che la porta a creare quelle sue piacevoli e avvolgenti performance sonore, è davvero particolare: attraverso lo sfregamento e le lievi percussioni di cucchiai di legno e fili metallici su vari set di ciotole di porcellana colme d'acqua ottiene svariate frequenze di rumori che, catturate da un idrofono posto in prossimità o in immersione, determinano quelle sensazioni di trovarsi realmente all'interno di una sacca di liquido amniotico.

È l'acqua, dunque, lo scenario principale, e se è vero che dove c'è acqua c'è vita - come ripetono da anni biologi e scienziati di vario tipo - bene, allora "Ombrophilia" è un disco vitale, sognante, pensieroso, meditativo e assai stimolante. Perché incuriosire e stuzzicare il cervello umano cercando acqua allo stato liquido e forme di vita laddove ci sono distese di aridi deserti quando in questo bel pianeta Terra ne abbiamo anche fin troppa e per lo più la sprechiamo? La risposta è in quest'album, ovvero come utilizzare al meglio la cosiddetta H2O.
L'abilità di Tomoko nel giocare con l'acqua, coi riflessi e le onde sonore che si propagano verso l'ambiente circostante, ti fanno chiudere gli occhi e tempo un attimo cominci a pensare a petali di fiori di loto che, portati da soffici folate di vento, si adagiano dolcemente sulle rive di un lago malinconicamente ghiacciato; a lacrime di rugiada invernale che cadono ad intermittenza su una marmorea e gotica lapide, ma anche a religiose cerimonie di meditazione di un tempio buddista arroccato tra le montagne del Tibet.

"Ombrophilia" è una sorta di rivisitazione moderna e orientale, ma soprattutto un omaggio allo Jalatarangam, lo strumento indiano composto di ciotole in ceramica o metallo sintonizzate con acqua. Sarebbe curioso indagare se la temperatura dell'acqua influenzi o modifichi le sonorità come accade per lo stato molecolare o per quelle sensazioni di caldo/freddo che si hanno sulla pelle. Accontentiamoci e non poniamoci altre domande, anche perché in periodi di crisi mondiale come questi ultimi anni l'uso dell'acqua calda è un lusso.

09/07/2012

Tracklist

  1. Amniotic Life 1
  2. Raindrop Exercise 1
  3. Mylapore
  4. Making Of A Rainbow
  5. Jalatarangam Revisited
  6. Amniotic Life 2
  7. Raindrop Exercise 2

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