Two Door Cinema Club

Beacon

2012 (Kitsuné)
alt-rock, alt-pop

"Tourist History", appena due anni fa, era stato il biglietto da visita di questo gruppo nord-irlandese composto da Alex Trimble, Sam Halliday e Kevin Baird la cui storia è iniziata tra i banchi di scuola, quando i tre erano appena quindicenni (allora si facevano chiamare Life Without Rory). In molti ascoltarono i provini pubblicati sul loro profilo Myspace, tuttavia la vera svolta è arrivata nel 2009 con un Ep, "Four Words To Stand On"; da allora, i Two Door Cinema Club (il nuovo nome scelto) hanno iniziato a riscuotere una quantità non indifferente di consensi nei circoli e negli ambienti musicali underground, che li ha portati a firmare un contratto con l'etichetta Kitsuné e a incidere l'esordio in studio.
La fama del gruppo è stata rapida e fulminante, al punto tale che il primo album è stato annoverato tra i migliori dell'anno da testate come l'Nme e il Times. Definire il loro sound non è facilissimo, e loro stessi ammettono di "suonare musica senza pretese su come essa debba suonare", ma il filone è quello che va dai Modest Mouse ai Death Cab For Cutie. L'esordio, ballabile e frizzante, ha come punti di forza singoli come "I Can Talk" e canzoni euforiche e briose come "Cigarettes In The Theatre", perfette per feste da college.

Ovviamente, date queste premesse, la regola del "secondo album" - quello che può elevarti definitivamente oppure, al contrario, lasciarti sprofondare nell'anonimato - copre questo lavoro di aspettative. Due anni dopo ascoltiamo un prodotto che si rivela omogeneo e compatto, pur non senza pecche. La formula è la stessa dell'esordio, fatta di synth-pop unito a chitarre e voci accattivanti. La produzione è affidata al connazionale dei Two Door Cinema Club, Jacknife Lee, già in cabina di regia per Rem e U2, e si fa sentire prepotentemente in tutte le tracce.

Nell'apertura di "Next Year" balza all'orecchio il buon lavoro al sintetizzatore, che dimostra un'ottima versalità sul campo elettronico con chiari richiami agli anni Ottanta. Nonostante ciò, l'alchimia più riuscita la troviamo nei momenti (e neanche pochi) nei quali la voce di Trimble diventa padrona assoluta del gioco, con chitarre e leggere quanto piacevoli tinte electro a fare da sottofondo con volume basso, a favore di un suono semplice ed equilibrato, senza inutili virtuosismi. Ne sono la conferma pezzi come "Sun", "Someday" e "The World Is Watching", quest'ultima risulta l'episodio più convincente, grazie alla malinconica voce di Valentina, capace di rilassare l'ascoltatore in quei piacevolissimi tre minuti e mezzo. Ed è proprio qui che il gruppo potrebbe aver azzeccato la via da percorrere, cercando (e trovando) atmosfere più intime e meno festose, lasciando comunque un tocco essenziale di ballabilità.

Se nel primo album qualcuno li aveva avvicinati a band come Wombats e Bloc Party, questa volta l'accostamento più giusto sembra quello con i Temper Trap. "Beacon" è da premiare per la compattezza e l'equilibrio, assieme al senso di scorrevolezza che ci accompagna durante i quaranta minuti d'ascolto. Ma, come spesso accade, c'è anche il risvolto della medaglia. Già, perché i pezzi si attestano su un livello mai davvero al di sopra della semplice sufficienza e la mancanza del singolone radiofonico di turno è evidente. Al termine dell'ascolto si prova una sensazione di incertezza e spaesamento, che porta a chiedersi dove vorranno arrivare.
La speranza è che "Beacon" sia un'opera di transizione, volta a rafforzare le certezze, per un gruppo che può davvero aver qualcosa d'importante da proporre nello scenario musicale odierno.

14/09/2012

Tracklist

  1. Next Year
  2. Handshake
  3. Wake Up
  4. Sun
  5. Someday
  6. Sleep Alone
  7. The World Is Watching (with Valentina)
  8. Settle
  9. Spring
  10. Pyramid
  11. Beacon

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