Voices From The Lake

Voices From The Lake

2012 (Prologue)
deep-techno

Dietro il moniker Voices From The Lake si cela il progetto di due producer italiani, Giuseppe Tillieci (aka Neel) e Donato Scaramuzzi (aka Donato Dozzy), il primo attivo principalmente come remixer, il secondo già da quasi dieci anni fra i nomi di punta del panorama sperimentale con circa una ventina di Ep all'attivo e un album, "K". In un periodo particolarmente prolifico per la scena techno internazionale - dove l'opera di rinnovamento attuata da alcuni veterani (Surgeon e Morphosis su tutti) e le ventate evolutive di una schiera di nuovi produttori hanno esteso i confini del genere a mondi del tutto nuovi, spesso anche molto distanti da quel sound che, nella Detroit dei tardi 80, aveva originato il genere stesso - i due producer si dilettano nel raccogliere i frutti della suddetta "new wave techno", interfacciandoli con il minimale passato recente e la storica rivoluzione intelligente degli anni Novanta.

Infatti, proprio da gran parte di questi "nuovi alfieri" Neel e Dozzy estraggono le radici della loro interpretazione del genere: c'è un po' del dub notturno e fluttuante di Schienhammer, come anche un marcato influsso ipnotico à-la-Deepchord e non pochi rimandi alle astrazioni di Andy Stott. Ma la precisa quadratura del sound, l'alchemica chirurgia quasi dronica con cui si succedono le linee ritmiche, non può che riferirsi all'ultimo Surgeon, dalla cui memoria i due estraggono anche una certa tendenza a una concezione intelligente e ben lontana dalle piste da ballo. Già, perché proprio l'accezione di techno in Voices From The Lake è forse l'elemento di maggior interesse: essa si situa nella purezza di una profondità abissale, di un'astrazione sfumata ma costante, a tratti sinistra e ad altri serena, che punta in parte verso la conciliazione ambientale dell'Aphex Twin di "Selected Ambient Works 85-92", in altra alla tendenza minimal indiscussa protagonista - grazie soprattutto all'opera di Richie Hawtin - della scorsa decade.

Ci troviamo così a spaziare fra pièce di glaciale minimalismo ("Iyo"), silenziosi inchini all'ambient-techno più algida ("Manuvex", "Circe"), passaggi old style in ipnosi regressiva ("S.T."), aperture eteree e prive di confini ("In Giova"), ma anche concessioni a una techno massiccia e quadrata ("Twins In Birgo", raggiunta poi nella sua ripresa da un candido abbraccio melodico) o ad astrazioni sublunari ("Mika") e notturni acquarelli dub ("Hgs"). Il tutto circondato da un'ambientazione metadimensionale, asettica (nell'accezione positiva della parola), quasi inesistente, in grado da sola, nella sua non-presenza, di donare personalità a una minuziosissima ricerca nella quale l'esaltazione del dettaglio è la fonte prima di generazione sonora: Neel e Dozzy si muovono come due chimici alla ricerca del bilanciamento perfetto, della sintesi più accurata e minuziosa di ogni singola sequenza, con un atteggiamento non distante da quello dei più importanti "scienziati" dell'elettronica moderna quali Robert Henke e Vladislav Delay.

Il debutto di questo duo suona dunque decisamente compatto e indirizzato: quel che forse manca è un tentativo di portare avanti una strada del tutto propria, senza limitarsi a ripescare e reinterpretare basi già teorizzate (techno, Idm, ambient) e condurre da esse la propria ricerca; ma già notevoli e importanti sono il dettagliatissimo studio sonoro e la sensazione, nonostante il già esplicato "riciclaggio" di tendenze note, di avere di fronte un lavoro comunque totalmente estraneo a canoni precisi, dove l'ibrido fra percorsi e linguaggi fra loro differenti ma dall'origine comune si traduce in un sound in grado di assomigliare a tutte le sue componenti, ma di non risultarne copia sbiadita o mera imitazione. Un esordio da bicchiere mezzo pieno.

25/05/2012

Tracklist

  1. Iyo
  2. Vega
  3. Manuveux
  4. Circe
  5. S.T. (VFTL Rework)
  6. Meikyu
  7. In Giova
  8. Twins In Virgo
  9. Twins In Virgo (Reprise)
  10. Mika
  11. Hgs

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