Wintersleep

Hello Hum

2012 (Capitol / EMI)
alt-rock

Forti di un successo commerciale, dopo lo scorso “New Inheritors” (2010), che non avevano mai conosciuto, i Wintersleep si ripresentano ora con un bel contratto con una major e un disco che – duole dirlo perché si vorrebbe questo spiacevole mito sfatato – fa di tutto per accontentarla.
Bordate elettrico-elettroniche, quiet-loud di bassissimo conto, riff scheggiati e una vena Editors che appiattisce la voce di Paul Murphy su una declamazione nasale (“Rapture”). Quando si citano gli Arcade Fire e Springsteen (“Hum”), li si spinge sotto un tappeto fatto di percussioni frammentate e vaghe coralità e riverberi. Oppure non si passa neanche l’aspirapolvere, e compare “Unzipper” nella tracklist, con lo spirito di Tom Smith che si impadronisce improvvisamente della canzone.

Non mancano, naturalmente, per rendere più appetibile questo “Hello Hum”, scintille elettroniche e riffoni squillanti (“Resuscitate”), espedienti perfetti per orchestrare qualche gioco di luce sui palchi che contano e distrarre dalla pochezza compositiva dei brani proposti; anche se, forse, meglio così che darsi all’acustico, come nella blanda “Saving Song”. Poi ci sono le cose più horror: le synth-armonizzazioni (un po’ Beach Boys, un po’ Band Of Horses) di “Someone, Somewhere”, il pezzo per dimostrare che “anche noi lo famo strano” (“Permanent Sigh”, come se gli Editors provassero a fare i Grizzly Bear, o i Wolf Parade).
Insomma, scusate la citazione revanscista, ma... Armiamoci e partite!

31/10/2012

Tracklist

  1. Hum
  2. In Came The Flood
  3. Nothing Is Anything (Without You)
  4. Resuscitate
  5. Permanent Sigh
  6. Saving Song
  7. Rapture
  8. Unzipper
  9. Someone, Somewhere
  10. Zones
  11. Smoke

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