Causa Sui

Euporie Tide

2013 (El Paraiso)
psych-stoner, prog, kraut

Per i Causa Sui si erano mobilitati eminenze grigie della critica internazionale: Kieron Tyler di Mojo, Julian Cope e perfino Rolling Stone si sono prodigati per le loro prime incisioni e per le summer session dove i danesi mettevano in mostra tutta la loro abilità di restauratori di psichedelia e stoner-rock. Il loro nome evoca le teorie psicologiche filosofiche di Baruch Spinoza, Sigmund Freud, Jean-Paul Sartre, e Ernest Becker ma anche discussioni teologiche non del tutto sedate: la loro musica è anch’essa fonte di discussione e dibattito.
I Causa Sui possono evocare una lista cospicua di suggestioni passate: il kraut-rock intriso di jazz degli Embryo, l’energia rock-blues di Jimi Hendrix, l’abilità dell’improvvisazione dei Tangle Edge, la furia psych-rock degli Hawkwind, il talento dei corrieri cosmici Amon Düül II e Ash Ra Tempel o il gusto della jam-session anni 70. Tanta grazia potrà indurre più di un sospetto, ma la vera forza di “Euporie Tide” è la sua schiettezza stilistica, un album che è un rendiconto fedele e vibrante di una loro performance live o in studio, una musica tanto genuina e naturale quanto ingegnosa e affascinante.

La band danese in questo nuovo album sembra prediligere maggiormente il flusso strumentale della sua mistura sonora, abbandonando il cantato e abbracciando alcune delle intuizioni dei compagni di etichetta Papir. Jakob Skøtt, Jonas Munk, Rasmus Rasmussen e Jess Kahr sono all’ottavo capitolo della loro saga e “Euporie Tide” non modifica nessuna delle loro attitudini stilistiche: le loro lunghe jam session si animano ancora su residui di psichedelia, kraut e jazz-rock sposando le polverose derive del desert-blues dei primi Pontiak.
Polverosa e ricca di eccellenti suoni di fuzz guitar è infatti “Boozehound”, mentre gli spazi sono più ariosi in “The Juice”, dove affiorano dream-pop e strali di ambient. Le timbriche sono altresì cristalline e cavernose nella festa di sintetizzatori di “Echo Springs” e la title track “Euporie Tide” si adagia su perigliose inflessioni soul che evocano le ambiziose pagine di Isaac Hayes ed evidenziano l’unica pecca dell’album, ovvero la rinuncia a quelle magiche incursioni di fiati dei precedenti lavori.

Non credo che “Euporie Tide “riuscirà ad ampliare il loro fanclub, eppure i riff alla Black Sabbath di “Homage”, la leggera flessione verso il jazz-rock alla Teo Macero in scampoli della possente “Ju-Ju Blues” e il laconico finale di “Eternal Flow” sono un insieme sufficiente per segnalare i danesi Causa Sui come una delle più dotate band del revival rock-psichedelico. C’è molta carne al fuoco in questi 65 minuti di musica, ma anche molta sostanza, un déja-vu che riuscirà a strappare un sorriso anche ai non sostenitori del genere.

23/01/2014

Tracklist

  1. Homage
  2. The Juice
  3. Echo Springs
  4. Boozehound
  5. Mireille
  6. Fichelscher Sun
  7. Ju-Ju Blues
  8. Sota El Cel
  9. Euporie
  10. Eternal Flow


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