!!!

Thr!!!er

2013 (Warp)
dance-pop

Sembra ieri da quando una nutrita squadriglia di band americane diede le mosse al ritorno in grande stile del cosiddetto punk-funk. Siamo a cavallo tra gli anni Novanta e gli anni Zero, e modelli di riferimento sono da ricercare nel post-punk di fine 70: da un lato nell’ondata britannica del Pop Group, degli A Certain Ratio e dei Gang Of Four, dall’altro nella no-wave di New York  e - sempre dalla grande mela – da schegge autoctone come i Liquid Liquid.
Nella sua nuova incarnazione, il punk-funk era spesso vitaminizzato da mood più recenti, mutuati dalla dance elettronica degli anni 90, e i !!! erano ritenuti dei  nobili debuttanti al ballo più cool del nuovo millennio, così come oggi sono semplicemente considerati uno dei  gruppi dall’ex alto indice di hype: insomma, poco più che dei sopravvissuti a quella stagione. E attenzione, il termine sopravvissuti non è buttato lì a caso, avendo i !!! conosciuto nel frattempo ben due lutti (il batterista Mikel Gius nel 2005, perito in un incidente stradale, e il suo successore Jerry Fuchs, incredibilmente caduto nella tromba dell’ascensore quattro anni più tardi) e la dipartita, per fortuna non cruenta, della seconda voce John Pugh, migrato verso altri progetti.

Forse consci che i tempi delle funk jam come “Me And Giuliani Down By The Schoolyard” sono irrimediabilmente lontani, magari condizionati dai profondi cambi di line-up giocoforza intervenuti nel tempo, i !!! versione 2013 non mancheranno di dare voce, questa volta più che in ogni altra, ai lamenti alle vedove delle ruvide sonorità senza compromessi degli esordi.  
Se già con il precedente “Strange Weather, Isn't It?”, il combo americano dava timidi segnali di volersi emancipare dai manieristici ipnotismi a quattro quarti, in cui la forma canzone è del tutto incidentale (ma  solo in un paio di occasioni, non di più), con questo “Th!!!er”  la presa di posizione in ottica mainstream si fa, per la prima volta, davvero decisa.

Ciò che si osservava  - non a torto - ascoltando Offer e compagni, era la sostanziale incapacità di corroborare  dei groove corposi e spesso convincenti con delle composizioni che si facessero in qualche modo ricordare nel tempo. Questa sorta di terra di mezzo, se da una parte mandava in visibilio il rumoroso esercito dell’alternative dance con webzine e blog strombazzanti annessi,  dall’altra lasciava l’acre sensazione del vorrei ma non posso. Almeno nella prospettiva, da sempre strisciante, di un malcelato desiderio d’accesso a platee più ampie.
Non sappiamo se i nuovi intenti verranno adeguatamente premiati - tendiamo a escluderlo, stante l’ormai consolidata prassi delle promozioni quasi “fai da te" ad appannaggio dei più, conseguenza di un business di mercato tendente allo zero - di certo possiamo dire che, dal punto di vista estetico, il grande passo può dirsi compiuto.    

Ebbene sì, anche se molti si volteranno dall’altra parte accettando siffatte blasfemie solo dai soliti noti (Daft Punk? Mentre scriviamo, la tensione per il nuovo disco è ai massimi storici), i !!! del nuovo corso si esprimono con linguaggi accessibili e insolitamente catchy, affrancandosi finalmente dal timore inconscio di passare per i venduti dell’ultim’ora.
Quello che ci troviamo inaspettatamente fra le mani è un set di canzoni scritte a mente libera e, in quanto tali, libere di spaziare in territori imprevedibili anche solo tre anni fa.  Qualcuno la prenderà male, però “One Boy/One Girl” rimanda al cool pop dei Curiosity Killed The Cat d’annata, e dannato sia il dj a cui non verrà in mente di mixarla con la “Get Lucky” dei francesini di cui  sopra, mentre “Fine Fine Fine” mette fine idealmente alla diaspora Human League/Heaven 17, catturando la sezione ritmica di “The Things That Dreams Are Made Of” dei primi,  acchiappando dai secondi il suadente parlato di Glenn Gregory, e legandoli assieme con un ritornello tranquillamente  fischiettabile durante la classica doccia del risveglio.

Ci si sorprende anche nel constatare che le bassline cessano di essere il fine ultimo, trasformandosi nel mezzo per confezionare della buona house music (“Slyd”), per rilassarsi senza flagelli nel funky midtempo (“Even When The Water's Cold”), e infine  per ripararsi quiete nel dietro le quinte di un dance rock alla Primal Scream (“Station (Meet Me At The)”). E anche quando si riprendono la scena, lo fanno in modo assai autorevole, come nel singolare incrocio fra i Trans Am e i Talking Heads di “I Zimbra” in “Except Death”. Il tutto suffragato da una produzione pulita e davvero all’altezza delle nuove ambizioni.

Chissà se il brivido evocato dal  titolo più sia dovuto al timore di perdere le residue frange di ascoltatori storici, quanto piuttosto dall’emozione positiva di conquistarsene di nuovi e numerosi: di sicuro, quest’ultima ipotesi sarebbe oltremodo auspicabile.

12/05/2013

Tracklist

  1. Even When the Water's Cold          
  2. Get That Rhythm Right       
  3. One Girl / One Boy   
  4. Fine Fine Fine           
  5. Slyd    
  6. Californiyeah            
  7. Except Death            
  8. Careful          
  9. Station (Meet Me at the)


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