Chris Forsyth

Chris Forsyth dal 1998 ad oggi ha espresso la propria tecnica chitarristica sia per mezzo di svariati dischi in proprio, sia attraverso un intricato labirinto di collaborazioni, fra le quali spiccano le partecipazioni in importanti lavori di Phantom Limb e Peeesseye. Oggi il musicista di Philadelphia (ma spesso di stanza a New York) si reinventa leader del gruppo che lo accompagna: la Solar Motel Band. Il suo stile si posiziona magicamente in un’ipotetica congiunzione astrale a cavallo fra la psichedelia free dei Grateful Dead e le asprezze da Cbgb dei Television. Le strutture musicali sono costruite con pazienza artigianale attraverso arguti intarsi chitarristici, con la sicura veste ritmica imbastita da basso e batteria.

“Solar Motel” è l’ambizioso risultato di questi esperimenti, esclusivamente strumentali, nei quali l’autore si riserva una buona dose di libera improvvisazione, che raggiunge il proprio zenith nelle applaudite esibizioni live. Qui trovano posto quattro movimenti, mini-suite elettriche che sono al tempo stesso fragili ed epiche. Partono lente e sinuose, crescono, si fanno maestose, senza timore di esplodere in vere e proprie tempeste elettriche. Una vivacità sonica che prende ispirazione tanto dall’alt-country di certa americana obliqua, quanto dall’approccio noise free form dei primi Sonic Youth. E non di rado ci sembra di rivivere quegli emozionanti deragliamenti  tanto cari a Nels Cline nelle sue scorribande targate Wilco.

Pur essendosi esibito spesso in Italia, Forsyth resta pressoché sconosciuto ai più, ed è un vero peccato perché il suo mondo musicale è tutt’altro che ostico, ed il suo virtuosismo meriterebbe palcoscenici importanti.
Ma non ci meraviglieremmo se Chris ci confessasse che non rinuncerebbe alla propria piccola nicchia, tutto sommato così confortevole. Clamori più grandi potrebbero mettere a rischio cotanta libertà espressiva.

19/05/2014