Cortex

Enrico Cortellino da Trieste, Friuli Venezia-Giulia, artisticamente appellatosi con il nome di Cortex, è un chitarrista blues, sta per le strade della musica indipendente da "su per giù" sette, otto anni e nel 2009, dopo aver partecipato a un concorso musicale europeo, il Tourmusicfest, viene premiato con una borsa di studio dal paroliere Mogol, che lo invita a iscriversi alla CET, la scuola fondata dallo stesso come centro di eccellenza universitario della musica popolare. Diplomatosi come interprete, Cortex mette in circolazione sulla rete pezzi autoprodotti, come l'ultimo assemblement che prende il nome di "Cinico Romantico", suo secondo disco di lungo ascolto ed esordio nella distribuzione a livello nazionale.

Cortex suona una chitarra acustica, sporcata quanto basta da un overdrive che ce la raffigura con quel suono così lo-fi; Cortex è uno che suona blues e si sente: sebbene i tributi alla canzone popolare italiana dai 60 ai 90 siano palesemente chiari, il fondo limaccioso dei territori di colore che hanno dato voce al "lamento degli schiavi" si mostra nitido in tutto l'ascolto del disco, nelle note e nei modi di approcciarsi alla chitarra.
Tracce come "Complicare" sono divertenti ritornelli che rimangono nella testa per giorni e giorni, tra il fischiettare degli spaghetti western di Sergio Leone e un Pino Daniele d'annata, come quando attacca "La felicità secondo Leopardi", che è anticipazione di quella serenità mascherata che ritroviamo in "Per avere il tuo cuore", del Battisti de "Il tempo di morire".
Non solo cantautori e intepreti della nostra canzone nazionale, perché quando si ascolta "Bori$" si legge una poesia di Gianni Rodari, su base rock'n'roll-blues chitarra e voce.

La vera identità artistico-intepretativa del chitarrista friulano pare mostrarsi in "Aspettando di impazzire", ma soprattutto con "L'era della pietra", ballad malinconica dei tempi che furono, contestazione cruda della contemporaneità: "Spendi Spandi/ Spendi, offendi e fendi/ Ti spaccherei volentieri i denti/ L'uomo sì, sa pensare/ L'uomo ora, sa del male".
Anche "La testa tra le nuvole", mix pienamente in linea con l'ibrido Capossela/Gaetano, rappresenta un buon esempio della musicalità del triestino, che si confessa in "Viversi per comprendersi" e chiude con la romantica "Ho meglio da fare" tra whistle, chitarra e piano elettrico.

Non propio un esordio col vento in poppa, quello di Enrico Cortellino, ma che riprende materiale abbandonato da tempo nella cornice del cantautorato italiano contemporaneo e che potrebbe essere una rilettura interessante delle nostrane sonorità popolari.

26/05/2013