Day Before Us

Dopo la bella collaborazione di un anno fa con Giuseppe Vertichio, alias Nihm, “Under Mournful Horizons”, Philippe Blanche torna sul mercato con un album struggente, “Shroud Of Regrets”, stampato sempre dalla polacca Rage In Eden.
Il pianista francese immerge le sue melodie stracolme di romanticismo e malinconia in bagni di ricordi che affiorano sotto forma di field recording. Lievi strati di rumore tengono insieme le diverse parti del racconto. L'intero disco sembra essere strutturato come un diario, le cui pagine vengono girate lentamente dallo scorrere del tempo.

I dieci brani in scaletta si susseguono l'un l'altro quasi senza soluzione di continuità, e gli stessi strumentali hanno spesso la forma di medley, con più temi principali suonati con modi e strumenti diversi. Come su “Chasing The Solitary Azure Field”, dove una languida frase suonata al pianoforte lascia il posto prima ad un imponente drone alla Popol Vuh e quindi ad una chitarra elettrica graffiante come nelle visioni di ThisQuietArmy e Aidan Baker.
E proprio all'arte magica di Florian Fricke e dei suoi Popol Vuh sembra rifarsi Day Before Us quando ricopre le sue preghiere pagane con un velo di misticismo e un romanticismo assordante (come sull'incredibile “Over The Earthly Land”).

L'album è ispirato dagli scatti in bianco e nero della fotografa russa Yulia Kazban e sull'omonima “Day Before Us”, una voce femminile, sembra voler descrivere proprio quell'immaginario nebbioso in cui si perdono i rimpianti.

01/01/2014