Foxing

The Albatross

2013 (Count Your Lucky Stars)
emo, post-rock

“Proprio come non potresti trattenere il mare, così non potresti trattenere me”, sussurra Conor Murphy sul finire di “Bloodhound”, splendido pezzo che inaugura l’esordio sulla lunga distanza dei Foxing. In quel verso sta tutta la cifra espressiva di una nuova band che ha trovato nella catarsi emo il senso del proprio fare musica. Una nuova band, ma non semplicemente un’altra band.

Pubblicato a novembre dalla meritoria Count Your Lucky Stars, “The Albatross” sembra chiudere degnamente un’annata da ricordare per il genere: basti pensare al gran successo di “Knots”, secondo spettacolare Crash Of Rhinos, al ritorno degli Appleseed Cast o ad album quasi altrettanto significativi quali "An Autobiography" e “Whenever, If Ever”. Opere stilisticamente distantissime, ma accomunate dal medesimo, commovente desiderio di apertura e condivisione.
“The Albatross” dona una prospettiva sonica ancora differente, che prende le mosse da arrangiamenti complessi e raffinati: ne sia ottimo esempio la già citata “Bloodhound”, due minuti e mezzo scarsi guidati dal pianoforte e dall’interpretazione sofferta di Murphy, stretti nel caldo abbraccio di backing vocals e lievi svolazzi d’archi. Pura meraviglia, che fluisce in modo naturalissimo nel maelström di “Inuit”, ritmica vorticosa, stacchi post e il nervo scoperto di una vocalità pronta a esplodere di coralità contagiosa.

Un uno-due di livello assoluto, che rappresenta il vero cuore dell’opera insieme al trittico che s’incontra a metà programma. “Rory”, innanzitutto, commovente innodia aperta da un evocativo lamento per voce, piano e riverberi, che man mano s’inerpica su di un’elettricità acuminata, mentre il canto si fa torturata invocazione (“so why don’t you love me back?”), fino a quando il brano non decide di quietarsi fra tamburi e fiati.
Poi è la volta delle due parti di “Bit By A Dead Bee”: la prima retta da un battito agile su cui chitarre e voci s’intrecciano come sospese, con una notevole sezione in levare che anticipa l’esplosione emo-core finale; la seconda, delicato incanto post-rock che diresti perfetto per nascondersi tra le pieghe malinconiche e gli scheletri di un "Happy Songs For Happy People".

Il resto del disco non raggiunge le medesime vette, ma si mantiene sempre su buoni livelli: tolti due intermezzi comunque funzionali al fluire dell'album, si contano una “The Medic” dal groove scopertamente pop, una “Den Mother” che nasconde fratture matematiche sotto una cantabilità indie, e un’elegiaca chiusa elettroacustica, appropriatamente titolata “Quietus”.
“The Albatross” è dunque esordio davvero notevole, di un’intensità che pare travolgere per brevi momenti gli stessi musicisti e spiega qualcosa dei piccoli inciampi, particolarmente a livello lirico, che s’incontrano lungo il percorso. Promettono di crescere molto, i Foxing, e intanto già regalano belle emozioni.

05/02/2014

Tracklist

  1. Bloodhound
  2. Inuit
  3. The Medic
  4. Pent Up In A Blind
  5. Rory
  6. Bit By A Dead Bee, Pt. 1
  7. Bit By A Dead Bee, Pt. 2
  8. Den Mother
  9. Calm Before
  10. Quietus

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