Francesco Giampaoli

Membro di Sacri Cuori e Classica Orchestra Afrobeat, il bassista Francesco Giampaoli approda al fatidico terzo disco e al momento di tirare le somme.
Ormai è chiaro, scorrendone anche il background, che il Nostro sia un musicista world a tutto tondo che maneggia suoni con padronanza notevole e gusto ineccepibile: che sia tango o chanson francese, library o motivetti da cartoon, per lui fa poca differenza. E come nei precedenti “A Caso” e “Mi Sposto”, pure “Danza Del Ventre” ne conferma il talento.

Aleggiano vari spauracchi. Nella title track, un blues notturno che evoca night-club fumosi come saloon sudaticci, per farne un episodio alla Tom Waits vi manca solo il grugnito. Seppur dalle movenze dub, pure “Grammatica” non sarebbe male se intonata del losangelino. E sarà anche una nostra suggestione, ma “Fra Poco I Saluti” rammenta un che di intimismo Deus (che comunque Waits lo maneggiano eccome). Non è una suggestione, invece, la tangenza con i Sacri Cuori in “Rosa”, tant'è che ad accompagnare Giampaoli in questo valzerino di lascivia sagrale c'è la band al completo.

E non solo loro. C'è ad esempio Eloisa Atti, novella Edda Dell'Orso, che per “Tin Tin Deo” dona quel tocco da soundtrack all'italiana d'antan, mentre in “Firma” si cimenta anche alla concertina; la tromba di Maurizio Piancastelli nella radiosa “Sole” (e stavolta, a venire alla mente sono certe atmosfere di Vince Guaraldi che musica i Peanuts), o gente del giro Sacri Cuori, come Christian Ravaglioli, che tra fisarmonica, pianoforte e fiati lo si trova un po' ovunque.

Un disco da lume di candela, ma anche da festa di piazza, a tratti magico, talvolta intimo e talaltra inebriante. Musica per il ventre e non.

06/12/2013