Guards

In Guards We Trust

2013 (Black Bell)
anthemic pop-rock

Anthems here, anthems there, anthems everywhere: ce n'eravamo già accorti l'anno scorso, visto il successo planetario di band come i Mumford & Sons e i fun., ma a quanto pare questo inizio di 2013 non sembra voler proprio attenuare l'andazzo preso nelle ultime tre-quattro stagioni, quello cioè di farcire canzoni smaccatamente pop di coretti epici e inni a squarciagola, cuciti a misura di stadio. Anzi, sembra invece che la tendenza andrà incontro a una notevole impennata specialmente in questi dodici mesi, toccando in maniera indistinta i sempre più labili confini tra indie e mainstream. E mentre dalle nostre parti arriva già la prima ondata di epigoni a rimpolpare i ranghi (gli olandesi Handsome Poets, per fare un nome), anche dall'altro lato dell'Atlantico non è che si stia proprio con le mani in mano.
E' oramai una formula talmente ben collaudata e dall'appetibilità sicura, che anche gruppi che si affacciano soltanto adesso alla ribalta si giocano prontamente la carta di brani potenti ed enfatici, pronti ad essere cantati dal pubblico. Gruppi come i Guards per esempio, che in seguito a un buon numero di EP e singoli sbarcano finalmente alla prima prova sulla lunga distanza, intitolata senza alcuna modestia “In Guards We Trust”. Il trio guidato dalla voce di Richie James Follin (fratello di quella Madeline fattasi notare grazie alla sua militanza nei Cults) si getta quindi nella mischia, disposto a dire la propria e a cercare un angolino da occupare nel colossale manifesto indie-pop d'America.

Adesso, non si offendano se si pecca un pizzico d'arroganza, ma forse quell'umiltà di cui sembrano non aver proprio serbato memoria avrebbe quantomeno permesso ai tre di avviare una carriera sotto la stella di una maggiore personalità. E invece, decisi a sfruttare quanto possibile il trend attuale, i ragazzi finiscono per appiattire inesorabilmente la loro proposta, confezionando un prodotto che rispecchia appieno la definizione di “mediocre”: per una band al debutto, un concetto come mediocrità assume i connotati di un vero e proprio crimine.
La penna di Follin (laddove lancia segnali di vita) è invece talmente assuefatta all'idea di dover escogitare a getto costante ritornelli a presa rapida, uncini che non si schiodino più dalla testa degli ascoltatori, che finisce per dimenticarsi di tutto il resto. E quando le fondamenta vengono a mancare, il palazzo è inevitabile che crolli: fatta eccezione per il brillante guizzo melodico dell'introduttiva “Nightmare”, dotata di uno sviluppo più che discreto, i rimanenti undici brani si contraddistinguono per una scrittura talmente povera e priva di carattere che ha quasi del proverbiale. Ne risulta di conseguenza che anche l'elemento fondante attorno a cui dovrebbe ruotare la creatività dei Guards, il refrain da urlare in coro, qui sia totalmente spogliato della sua potenza espressiva, al punto da assomigliare a un vociare gratuito, reso ancora più immotivato dalla calma piatta che lo circonda.

A ben poco servono quindi le diversificate soluzioni negli arrangiamenti: che venga in soccorso  una buona dose di solarità surf-pop (il singolo “Silver Lining”, “Can't Repair”), o che si provi a macchiare di coloriture grintose il decorso di brani che guardano spudoratamente agli Arcade Fire più epici (“Ready To Go”, “Giving Out”), a dominare è un senso della melodia talmente sfilacciato e fiacco da non suscitare che un interesse esclusivamente passeggero. E quando di questa stessa fascinazione epidermica è ricolmo pure il versante testuale (“I feel it giving out/ Your clock is running out”, tra i tanti versi che si potrebbero prendere), il sospetto che questo esordio sia tutto da rivedere diventa una solida conferma.
Indubbiamente Follin, proveniente dalla lunga esperienza coi semi-sconosciuti garage-rockers Willowz, nella sua nuova avventura ha provato ad alzare il tiro, rischiando il tutto per tutto con un sound che suonasse sufficientemente fresco e al passo coi tempi per garantire a sé e ai suoi compagni la tanto ambita visibilità. Ed è altrettanto indubbio che visto il discreto hype accumulatosi negli scorsi mesi, ci riuscirà senza poi durare troppa fatica. Ma vestire una precisa estetica non implica anche il saperla portare, e il portamento ai Californiani manca, su tutta la linea. I Guards, più che anthemici, finiscono così per risultare anemici.

21/02/2013

Tracklist

  1. Nightmare
  2. Giving Out
  3. Ready To Go
  4. Silver Lining
  5. Heard The News
  6. Not Supposed To
  7. I Know It's You
  8. Coming True
  9. Your Man
  10. Can't Repair
  11. Home Free
  12. 1&1

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