Johnny Flynn

Country Mile

2013 (Transgressive)
songwriter, country, folk-rock

In una nazione dal senso così marcato e profondo della tradizione musicale quale è l'Inghilterra, appaiono un po' come mosche bianche tutti quei gruppi e artisti d'estrazione grosso modo folk che del patrimonio di casa se ne fanno poco o niente, e invece rivolgono lo sguardo a tutt'altri scenari. E se state pensando ai Mumford & Sons, sì, non potrebbe esserci esempio più calzante: c'è chi però, all'oscuro del pubblico più generalista, ha finito per introdurre quest'ondata di country gentlemen d'Albione, senza i clamori e il fermento scatenati dal posticcio scenario “nu-folk”.

Uno come Johnny Flynn (che con i M&S ci ha pure girato in tournée), a capo dei suoi Sussex Wit, potrebbe quasi essere considerato un antesignano, rispetto alla più recente brigata di menestrelli innamorati dell'America: un ascendente, quest'ultimo, che forse non contagia in maniera totalizzante l'autore londinese come altri suoi omologhi, ma che ha finito per permearne l'arte sin dall'inizio della sua carriera. Al terzo album ormai, il cantautore britannico non smuove più di tanto le acque, rimanendo fedele a un'estetica che al tempo stesso è sua croce e delizia: “Country Mile” ne diventa quasi l'ideale suggello.

Folk, country e tutto quel che ne consegue insomma, ma non soltanto. Le canzoni di Flynn, nel loro incessante cambiarsi d'abito, si contornano anche di un'allure pop potenzialmente rivolta ad un pubblico diverso da quello usuale. Ne consegue un pasticcio mal assortito tra tentazioni popular e fascinazioni tradizionali che partorisce un pugno di canzoni al più tremendamente calligrafiche (“Fol-De-Rol”, sorretta da bislacche percussioni “etniche”,  “Tinker's Trail”), di solito del tutto trascurabili, talmente anonime al punto che pure il trasporto vocale dell'autore, sempre ben caratterizzante (frutto del suo carisma di attore shakespeariano), finisce per passare in secondo piano (come nella ballata pianistica “Gypsy Hymn”, o nelle coloriture in odor di soul di “Time Unremembered”, complessivamente il momento più riuscito dell'album).

Alla fine, la cosa che più rimane impressa del disco è la copertina: un raccolto un po' troppo magro, tutto sommato.

25/10/2013

Tracklist

  1. Country Mile
  2. After Eliot
  3. The Lady Is Risen
  4. Murmuration
  5. Gypsy Hymn
  6. Fol-de-rol
  7. Einstein's Idea
  8. Tinker's Trail
  9. Bottom Of The Sea Blues
  10. Time Unremembered

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