Josephine Foster

I'm A Dreamer

2013 (Fire)
avant-folk

Ci sono due maniere per affrontare l’ascolto dell’ultimo album di Josephine Foster, una accompagnata da una flebile sensazione di noia e prevedibilità per una musica che può apparire poco innovativa, e un’altra attratta dall’innegabile talento interpretativo della musicista americana.
Dotata di un timbro vocale raro e prezioso, la Foster mette a frutto il suo passato di maestra di canto sottolineando ogni sua interpretazione con passione ma anche insofferenza: proprio questo le permette di affrontare varie culture musicali svelandone luci e ombre.
Dopo aver rinnovato il raffinato mondo del folk psichedelico con “Hazel Eyes, I Will Lead You” e dopo aver ribaltato il concetto di musica seria a discapito della musica pagana nell’intrepido “A Wolf In Sheep's Clothing/Ein Wolf in Schafspelz”, la musicista del Colorado non si è fatta mancare nulla: poesia in “Graphic As A Star”, avant-folk in “Blood Rushing”, surrealismo in“Anda Jaleo” e rock-blues psichedelico in “This Coming Gladness”, senza mai rinunciare a quell’austerità sonora che smaterializza il tutto trascinandolo in una dimensione aulica.

Eterea e fuori da qualsiasi collocazione temporale, la musica di Josephine Foster appartiene all’infanzia (tra le sue produzioni un album di canzoni per bambini “Little Life”), ai ricordi e alla speranza. “I’m A Dreamer” è in verità l’ennesima dimostrazione della volontà della Foster di annullare il divario tra musica colta e popolare. La ricerca storiografica e sonora viaggia su un unico binario dove ogni scelta stilistica diventa elemento di una purezza artistica che può solo affascinare e sedurre: la sua rilettura della grande tradizione musicale americana è ora più ortodossa rispetto al minimalismo spettrale di “Hazel Eyes, I Will Lead You”, e la scrittura è più malleabile e appassionata.
Registrato a Nashville, il nuovo progetto della Foster apre le porte al jazz da torch-song richiamando le atmosfere fumose dei bordelli e dei saloon: tra i musicisti brilla la presenza di Micah Hulscher (già alla corte di Jackson Browne, Bob Dylan, Michael Jackson), pianista di formazione classica e jazz innamorato della tradizione americana. Il tocco leggiadro e il timbro deciso di Micah sottolinea le composizioni della Foster: la leggiadria di “My Wandering Heart” e la poesia di “I’m A Dreamer” scivolano con classe, la stessa che fa di “Magenta” uno dei vertici creativi dell’album, nella quale voce, piano e basso vibrano all’unisono con la voce della cantautrice per un attimo di puro e intenso piacere.

Più accessibile e seducente, “I’m A Dreamer” gode di una solida scrittura, anche se il languore di “No One’s Calling Your Name”, il tono bohémien di “This Is Where The Dreams Head, Maude” e il melodramma di “Amuse A Muse” (Nico incontra Dolly Parton) svettano come la polvere trascinata dal vento sui resti di una casa abbandonata.
Vigoroso e dilettevole il nuovo album della Foster evita i cliché anche nelle liriche che trasformano luoghi e situazioni familiari in photo-frame di grande impatto e bellezza, offrendo la possibilità di ampliare il suo pubblico senza cedere in qualità e spessore, sfiorando insomma la perfezione.

30/11/2013

Tracklist

  1. Sugarpie I'm Not the Same
  2. No One's Calling Your Name
  3. My Wandering Heart
  4. I'm a Dreamer
  5. Amuse a Muse
  6. Blue Roses
  7. Pretty Please
  8. Magenta
  9. This Is Where the Dreams Head, Maude
  10. Cabin in the Sky

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