Main

Ablation

2013 (Editions Mego)
abstract-ambient

Sette anni sono trascorsi da quando Robert Hampson, fra le lame affilatissime di “Surcease”, dichiarava ufficialmente conclusa l'esperienza Main. Un marchio che, a dire il vero, aveva sostanzialmente smesso di essere tale da ben più tempo – per la precisione da quando il co-titolare Scott Dawson aveva deciso di lasciare dopo quell'insuperato capolavoro di elettronica isolazionista che era stato “Hz” - divenendo più che altro un vero e proprio alter-ego di Hampson stesso. Non è un caso che proprio dopo l'uscita di Dawson, i dischi a nome Main avrebbero iniziato ad avviarsi su quel sentiero avantgarde che Hampson avrebbe poi continuato a seguire nei suoi lavori solisti.

Questi ultimi, però, avevano denunciato in più d'una circostanza la mancanza di spunti o elementi caratteristici, improntati troppo spesso sulle più canoniche trame di certa avanguardia elettro-acustica dalle memorie concrete. Un bagliore in tal senso era arrivato dal più recente dei bollettini, quel “Suspended Cadences” che può essere visto col senno di poi come una sorta di prova generale prima del ritorno al marchio Main, assieme a una serie di performance dal vivo all'insegna di un isolazionismo ambientale. Da allora sono passati sei mesi e Hampson ha riaffilato le sue armi arruolandone pure una nuova al suo fianco: la terza incarnazione dei Main si figura infatti come un duo composto dal musicista inglese e da niente meno che Stephan Mathieu, altro big del minimalismo elettronico da poco convertitosi con successo al mondo dell'ambient music.
Assieme alla formazione, a variare di nuovo è il soundworld: dopo l'isolazionismo post-psichedelico al fianco di Dowson e la successiva deriva avant, siamo qui di fronte a un disco di puro ambient elettro-acustico, che mantiene le coordinate tanto care all'act inquadrate però da una nuova prospettiva. Il contatto con l'universo sonoro dei Main post-”Hz” è presente e tangibile nell'utilizzo di microstrutture, ora però decisamente più variopinte, intrecciate in un groviglio in continua evoluzione e legate da un fondale di flussi e dilatazioni.

Quattro suite compongono “Ablation”: “I” è di sicuro la meno riuscita e l'unica a mantenere i contatti con le tele concrete dell'Hampson di “Répercussions” e “Signaux”, fra rumori nel vuoto, sample da GRM ed echi lontane. In “II”, Mathieu entra in gioco donando i suoi microsound e Hampson recupera le tessiture di campioni delle sue migliori prove soliste: qui nascono i nuovi Main, dapprima mantenendosi freddi e desolati, per poi introdurre un lontano ma terpore dronico.
In "III" un autentico festival di nebulose rarefatte procede assorto, avvicinandosi, sfiorando e allontanandosi da fruscii delicati, spirali melodiche e field recordings, acquisendo a ogni contatto accennato una parte infinitesimale degli stessi. Questo processo è la ricetta caratteristica del loro sound, che trova il compimento definitivo nel manifesto-capolavoro di "IV", dove Mathieu distende pure la sua anima più atmosferica in 10 minuti di intensa desolazione ambientale.

“Ablation” è il disco che chiunque si sarebbe aspettato dal ritorno dei Main, considerati i suoni su cui era calato il sipario sette anni fa e gli ultimi risvolti dei percorsi musicali dei due componenti odierni. A sorprendere – ma neanche troppo in realtà – è semmai l'elevatissima qualità di tre brani su quattro, nonché la bontà di una nuova formula che si dimostra decisamente più efficace di quella che ha caratterizzato la mutazione avanguardista dell'act, che fa di “Ablation” il miglior disco dei Main dai tempi di “Hz”. Un caloroso bentornato.

13/07/2013

Tracklist

  1. I
  2. II
  3. III
  4. IV