Miwa Sasagawa

Machi No Akari

2013 (Cutting Edge)
songwriter, j-pop

Per una “nuova” generazione di cantautori in Sol Levante che sta riscoprendo il fascino morbido e vellutato della soul music, c'è da dire che i risultati si stanno rivelando davvero all'altezza della situazione. Dopo i rasserenanti e intimi avvolgimenti di Fuyumi Abe (di questi giorni l'uscita del suo nuovo lavoro), dopo le interessanti commistioni nel pop emotivo di Motohiro Hata, l'ultima ad approcciarsi con decisa convinzione alla “musica dell'anima” è uno dei segreti meglio riposti della canzone d'autore giapponese, una voce che ha issato l'emozione più pura a proprio vessillo e ne ha seguito, con consapevole abbandono, tutti gli andamenti: Miwa Sasagawa.

Autrice dotata di una penna lievissima, abile nel mescolare con ottimo senso della misura l'anima più tradizionale del folk della sua terra ai canoni del pop occidentale, ha via via cosparso la sua musica di fragranze sempre più ricercate e particolari, senza disdegnare comunque contatti con l'elettronica e più graffianti chitarre rock. Al nuovo sbarco su major (la stessa Avex Trax di colossi del j-pop come Ayumi Hamasaki e Kumi Koda), dettato qualche mese fa dall'uscita dell'Ep “Oroka Na Negai”, i toni della sua proposta nuovamente sfumano e si affievoliscono, ammantandosi di un soffice tepore invernale che in quest'ultimo “Machi No Akari” tocca nuove vette emotive, sempre con l'estrema levità di tocco che la contraddistingue.

Misurata negli sprechi vocali, ma mai nella ricchezza di tonalità che sa conferire a ciascun brano, la Sasagawa si esprime con ampia pluralità di registri (che vanno dalla ninna nanna in punta di voce ai retaggi timbrici del folklore della sua terra) sopra sei brani in cui è il candore minimale delle composizioni a colpire nel suo caldo abbraccio, l'accogliente intimità di melodie scritte con estrema cura per il dettaglio, volte a svelare il proprio fascino a poco a poco, senza forzature. Il soul dell'autrice di Niigata quindi, tra splendide aperture orchestrali frammiste a sinuose esecuzioni di pianoforte, strumento principe del disco (“Naitatte”, apice espressivo dell'opera, “Prism”), limpidi passaggi di struggente malinconia folk (“Harete Kurudarou”), levigate ballate tenute su con pochissimo (le carezzevoli confidenze della title track), s'infiltra con precisione millimetrica nelle corde più profonde dell'anima, diventando un compagno insostituibile senza mai farlo notare, con la discrezione di chi sa farsi valere senza mai alzare i toni.

Anche nel formato più breve del mini-album, il romanticismo ipnotico della Sasagawa continua a farsi tramite delle più soavi e dolci confessioni: adesso chi avrà il coraggio di resistergli?

13/04/2013

Tracklist

  1. Gozen 4 Toki 36 Fun
  2. Machi No Akari
  3. Prism
  4. Harete Kurudarou
  5. Naitatte
  6. Kyou

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