Mount Kimbie

Cold Spring Fault Less Youth

2013 (Warp)
elettronica

Forte del soddisfacente “Crook & Lovers”, album d’esordio lanciato dopo tutta una serie di interessanti remix e notevoli performance nei migliori club londinesi, il duo Mount Kimbie - composto dai produttori Dominic Maker e Kai Campos - torna con i migliori auspici, sospinto non poco da una nutrita schiera di adulatori, accresciutasi fortemente nel corso di questi tre lunghi e faticosi anni.
“Cold Spring Fault Less Youth” si presenta fin da subito come il più classico dei secondi dischi, in un clima d’attesa e dovute conferme da cercare dietro l’angolo e ad ogni p(r)ezzo. Di certo, poi, chi aveva apprezzato la valevole eterogeneità sonora del suo illustre predecessore, troverà in questo lavoro la stessa ampiezza d’azione.

Dunque, anche stavolta i due non badano a spese, camuffandosi traccia dopo traccia in un valzer di generi e umori diametralmente opposti a seconda del momento. Ecco così spuntare l’andatura vagamente chilly dell’introduttiva “Home Recording”, tra dolcissimi cambi di ritmo e pause in scia Washed Out.
Mentre le due collaborazioni con King Krule suggeriscono un hip-hop sonnambulo e sbilenco, quasi a congiungersi involontariamente con la recente metamorfosi stilistica palesata da Ghostpoet. Di tutt’altra pasta sono, invece, le plastiche scorribande in cassa più o meno dritta evidenziate in “Made To Stray” o nella tenebrosa e hebdeniana “Sullen Ground”.

Il fantasma del buon Kieran stuzzica la nostra mente più volte, soprattutto nella conclusiva “Fall Out”, traccia che rimanda dritto agli umori dell'eccellente “There Is Love In You”. Ciò nonostante, prendono forma anche piccoli ma significativi giri a vuoto, i quali inducono a un improvviso spaesamento.
Si prenda ad esempio l’effimero volo sintetico di “Break Well” o il battito burattino (alla Manitoba, per intenderci) tratto con poca convinzione in “Blood And Form”. Allo stesso tempo, l’impalpabilità ritmica di “Lie Near” e le mutazioni androidi di “Slow” non aggiungono il dovuto sale a un impasto elettronico apparso a brevi tratti scipito, a differenza dell’ispirata ricetta esibita in passato. 

In conclusione, non ci resta che chiudere un occhio e far finta che i due inglesini non siano per nulla inciampati in più di un’occasione, tenendoci ben stretti i momenti migliori di questo secondo, altalenante lavoro.

17/07/2013

Tracklist

1. Home Recording
2. You Took Your Time
3. Break Well
4. Blood and Form
5. Made To Stray
6. So Many Times, So Many Ways
7. Lie Near
8. Meter, Pale, Tone
9. Slow
10. Sullen Ground
11. Fall Out

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