Postmarks

National Parks

2013 (Monotype)
avant-jazz, third stream

Tra i tanti progetti del britannico multistrumentista, sound-artist e produttore multimediale Boris Hauf c’è anche il trio jazz Postmarks, dapprima con il solo D. Bayne (“Western Awe”, 2005, è il loro debutto), e poi con Martin Stewart: rispettivamente sax, piano e chitarra (ed elettronica). L’ensemble siffatto realizza “National Parks”, un disco di microeventi, un labirinto microscopico dall’ostica assimilazione.

Composizioni come “Hubbell Trading Post At Dusk”, basate sul moto perpetuo del piano, si contraggono fino al silenzio. In “Hubbell Trading At Dawn” un tappeto di trilli minimalisti, in cui l’elettronica si occupa degli accordi di accompagnamento e il sax danza flessuosamente, si frange a un livello minimo di energia in cui esistono solo il sax e particelle sonore, per poi riprendere ancora più criptica e aleatoria. “Capitol Reef At Dawn” si basa su tremori con piccoli accenni alle toccate di Bach, dispersi in rarefazioni e intermezzi che tendono a spegnersi (si impennano solo in brevi istanti di elettronica alla Edgard Varèse).

La più “dodecafonica” è “Capitol Reef At Dusk”, con uno staccato del piano che però ripete la “serie” autisticamente, e si sgretola in zone anche meno armoniche e musicali per permettere al solo Coleman-iano del sax di emergere e collidere con una turbolenza elettromagnetica di dissonanze (il momento più drammatico dell’album). Un esempio di jazz ambientale è “Gila Cliff Dwellings”, con echi dei notturni di Claude Debussy suonati via piano preparato, un mugolio di sax e trambusti a mezza voce. La cupa sonata di “Big Thicket”, per discreti e silenti riverberi elettronici e un ascendente rarefatto richiamo di sax, è mediamente dissonante ma non aliena: alla fine prevalgono sempre gli strumenti.

Composto interamente da Hauf basandosi sui poster dei parchi naturali statunitensi d’inizio 900, come da copertina. Più classica che jazz. Un’inclinazione fin troppo evidente per l’impressionismo Monet-iano (“at dusk”, “at dawn”) e un’insistita atonalità, insieme una benedizione nella piacevolezza elegante dei suoni e una condanna nella mancanza d’intensità e direzione dei brani. Pochi, in realtà, i momenti di pregiata rarefazione sub-musicale indovinati dal trio.

04/03/2014

Tracklist

  1. Bandelier National
  2. Big Thicket
  3. Bryce Canyon At Dawn
  4. Hubbell Trading Post At Dusk
  5. Fossil Butte
  6. Gila Cliff Dwellings
  7. Hubbell Trading At Dawn
  8. Capitol Reef At Dusk
  9. Bryce Canyon At Dusk
  10. Capitol Reef At Dawn

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