Sathanas Urine

Un minuto basta e avanza a “Starkblast” per farci capire di che pasta sono fatti i Sathanas Urine: una pasta rumorosa e ostile, ossessiva e poco incline ai punti di fuga. Sterile, in definitva.
In questa prima traccia, per dire, la band italiana va avanti, sbattendo la testa sempre sullo stesso muro sonoro, per oltre otto minuti... Qualità della registrazione? Bassissima.

Lo conferma, di lì a poco, una “The Goblin Spell” (dodici minuti!) che armeggia con una vaga idea di black-metal metallurgico in cui il concetto di lo-fi è radicalizzato, ma in cui, allo stesso tempo, manca ciò che davvero servirebbe ad una formazione vogliosa di dire la sua in campo di estremismo metallico: la creatività. A cosa serve, quindi, ripetere una-sola-idea-una, senza battere ciglio, anche in “The Frozen Wizard”? A che pro l’ottusa " Dead Men Bones Devourer” o il nichilismo da strapazzo di “A New Horizon”?

Fatti due conti, la cosa più oltraggiosa – si fa per dire… - resta il moniker che hanno scelto.
Andiamo bene...

29/01/2013