Shout Out Louds

Optica

2013 (Merge)
pop-wave

“Ten years is a very long time, when you're young”: parola di Bebban Stenborg, unica esponente femminile degli svedesi Shout Out Louds. Il tempo è sicuramente una componente che ha pesato molto nella realizzazione di “Optica”, quarto album in studio del quintetto, giunto al decimo anno di carriera; la band dopo il precedente “Work” del 2009, si è presa tutto il tempo necessario per scrivere e registrare il seguito, sperimentando anche un nuovo processo compositivo. Per la prima volta infatti, gli Shout Out Louds compongono in maniera corale tutto il lavoro, un piccolo passo dopo l’altro, curandone anche la produzione , con la voglia dichiarata di voler soddisfare principalmente sé stessi. 

Il tempo e la luce (intesa proprio come elemento naturale) stanno alla base di questa opera, almeno come concezione: il significato che assume la luce naturale per uno scandinavo è difficilmente comprensibile per chi non abita in quei luoghi ed è strettamente correlato all’idea di tempo. Nei mesi bui, infatti, non si può fare affidamento sul sorgere e sul calare del sole per seguire lo scorrere delle ore, ma solo sulle proprie percezioni fisiche, oltre ovviamente ai supporti tecnologici. Il ritorno della luce, dopo mesi, porta con sé sempre un certo sconquasso emotivo, mix di sensazioni contrastanti che vanno dalla gioia per il ritorno del colore a una vaga amarezza. “Optica”, nome che richiama la scienza che studia il comportamento e le proprietà dei colori, è anche questo: un disco di chiaroscuri, espressione della volontà di uscire dal buio e tornare a vedere il mondo in full color.

Ormai definitivamente accantonato l’approccio lo-fi degli esordi, la strada per gli Shout Out Louds appare più che mai tracciata sul solco dell’ultimo lavoro “Work”: comporre raffinate melodie pop, con grande cura degli arrangiamenti, cercando di mantenere quell’attitudine catchy che da sempre caratterizza la carriera del quintetto svedese. Esaurito il consueto tributo ai Cure nella traccia d’apertura del disco “Sugar”, “Optica” appare ancor più influenzato dalle sonorità 80’s rispetto ai suoi predecessori: pop-wave raffinata nei migliori dei casi, come la tamburellante “Glasgow” o la smiths-iana “Circles”, impreziosita sovente da fiati e archi, alla maniera del malinconico primo singolo “Blue Ice”.
Gli altri due singoli, “Illusions” e “Walking In Your Footsteps” risultano sì tracce dall’indubbia orecchiabilità, ma mancano di quella forza dirompente che caratterizzava i singoli migliori delle precedenti produzioni. I momenti più significativi si raggiungono quando vengono sfiorate le atmosfere disco di “14th Of July” o seguendo la tamburellante e gloriosa “Chasing The Sinking Sun”, la più vicina del lotto a Our Ill Wills. La vena malinconica  che caratterizzava il sophomore degli Shout Out Louds la ritroviamo anche nell’unico brano cantato interamente da Bebban Stenborg, la synth-etica “Hermila”.

Difficile vederci la band degli esordi in questo ultimo lavoro. Difficile anche ritrovare la schiettezza e l’immediatezza di allora, ma sarebbe probabilmente sbagliato cercarla. Perché se è vero che dieci anni sono un tempo molto lungo quando si è giovani, è altrettanto vero che,una volta trascorsi, ci si ritrova nella maggior parte dei casi cambiati e maturati. “A change is always good ” canta Adam Olenius nella traccia conclusiva “Destroy”: non sempre forse è vero, ma ci sembra giusto continuare a dare fiducia a una band che per una decade ha prodotto musica con la massima genuinità.

24/02/2013

Tracklist

  1. Sugar
  2. Illusions 
  3. Blue Ice 
  4. 14th of July
  5. Burn
  6. Walking In Your Footsteps 
  7. Glasgow
  8. Where You Come In
  9. Hermila
  10. Chasing The Sinking Sun
  11. Circles
  12. Destroy


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