Soft Metals

Lenses

2013 (Captured Tracks)
synth melancholy, synth pop

Avevamo lasciato il synth-duo di Los Angeles circa due due anni fa con il discreto debutto omonimo a costruire un personale club di reminiscenze synth-pop soffuso a un romanticismo sensuale che talvolta danzava su ritmi cari a Moroder e ai Kraftwerk più morbidi. Un bacio sospirato e in eterna attesa che aspettava di concludersi nella notte, e che ritroviamo nella cover di questo nuovo “Lenses” in uno stato di sospensione, di assurda stasi.
 
Un equilibrio fra erotismo e malinconia che continua a ripercuotersi dentro questo nuovo disco, bloccandolo però in un empasse emotivo che non permette un vero e proprio dispiegarsi narrativo, ma solo un ciclico processo di riflessione e danza magnetica.
La opener “Lenses” ci inserisce in questo flusso continuo in un medias res sfumato e avvolgente, in un'atmosfera da club in cui la voce di Patricia Hall si esalta in un'eterea poesia notturna che taglia il ritmo dei synth; un modello che seguirà nella più cupa e claustrofobica “Tell Me”, dilungandosi forse troppo nei suoi toni lirici e metafisici. Un'astrattezza che imbavaglia e smorza lo spirito dei pezzi, nascondendo il lato più epidermico e notturno (“When I look Into Your Eyes”, “No Turning Back”), racchiudendolo dentro un'eleganza fumosa.
 
A metà album sopraggiunge però la splendida strumentale “Hourglass”, che interrompe questo sentiero opaco e costruisce un'impalcatura cristallina, di immaginario new-synth, vedi alla voce: Italians Do It Better (Chromatics, Glass Candy & Co.), e quanto già fatto dall'ondata di gente come Gatekeeper. Le successive “On A Cloud” e “In The Air” rappresentano un perfetto equilibrio tra una costruzione vicina ai cari Kraftwerk e Carpenter, e spinte dancey che si muovono tra angoli onirici e spazi di notturna. Gli attenti arpeggi sintetici, schemi fusi tra acid house e oscure tentazioni romantiche, si abbracciano saldi a parole di rara maturità artistica, che dimostrano una ricerca attenta della propria emotività e del suo legame con la musica.
 
Un percorso che riesce fino a un certo punto, zoppicando dentro una ripetitività talvolta manieristica e pesante, a proporci un progetto volenteroso di crescere nella sua forza espressiva dando vita a composizioni che dal passato riescano a scavare dentro i muscoli e l'anima di un presente annebbiato.
 
La conclusiva strumentale “Interobserver” è lo sguardo dentro un solido platonico, un cristallo trafitto da immagini spaziali che rifrange una delicatezza astratta. Figlia dei Tangerine Dream, quanto dei sogni del Riechmann più naif, chiude e riapre il cerchio di un disco d'intermezzo, che nasconde affascinanti punti di lettura e un'eleganza ancora non personale.

11/09/2013

Tracklist

  1. Lenses
  2. Tell Me
  3.  When I Look Into Your Eyes
  4. No Turning Back
  5. Hourglass
  6. On A Cloud
  7. In The Air
  8. Interobserver

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