Super Squarecloud

Può la rivoluzione musicale partire dall’interazione virtuale? I Super Squarecloud sembrano avere la risposta, il loro incontro infatti avviene attraverso scambi di idee su internet e su Soundcloud (da cui il nome della band), un crossover umano che nasce da una comune curiosità per le esperienze altrui che diventano oggetto di strane e bizzarre riletture pop-noise.
È una zuppa sonora (come anticipa il titolo “Soupeater”) dove i quattro di Witshire (contea che include Swindon… A qualcuno ricorderà un’altra storia?) mettono insieme elementi diversi attraverso un’energia contagiosa e una struttura pop-rock poco rispettosa delle regole. Ogni brano è una progressione di idee, ritmi e trovate strumentali che fanno apparire questi 28 minuti di musica come un interminabile flusso creativo.

Lo spunto può essere un Game Boy e i suoi bit elettronici, come in “Nice Beach”, un brano su cui synth, basso e fuzz guitar edificano un pop-kitsch spavaldo e travolgente. Anche un semplice carillion può dare avvio alle loro visionarie strutture pop, in “Hana-Bi” accenni di reggae e funk in chiave minimale accarezzano la voce maliziosa e trasognante di Jo Ford.
E’ comunque un pop-rock costruito su intrecci di chitarre nervose e taglienti, quello dei Super Squarecloud, in dissonanze che nascono dal gemellaggio incauto di glockenspiel e chitarre maltrattate nel brano d’apertura “Happiness Is All Of The Above”, che suona come un’outtake dei Pizzicato Five in odore di punk-rock.

Non c’è un attimo di tregua nelle sette canzoni del mini-album: in “Fuzi Miao” la band prende per il collo l’hard-rock più classico e lo frantuma su splendidi break di basso e batteria (Owen Phillips è una vera macchina da guerra) che si mescolano con rumori e sprazzi di jazz-rock che infiammano la parte centrale del brano.
“Walk It Off” è certamente il pezzo più pop e normalizzato del lotto, ma è solo un attimo di  pausa tra le rozze pagine di una “Sanguine” che mette insieme dance, metal, musica caraibica e noise, sfiorando l’apoteosi, e la conclusiva “Lolly Moon”, che pur possedendo un refrain irresistibile e quasi romantico è più devastante di un taglio sotto le palpebre.

“Soupeater” non è un semplice esordio di una band dal grosso potenziale, ma uno degli album più corrosivi e geniali che la musica pop inglese abbia partorito dai tempi dei Blur: irregolare, imprevedibile, bizzarro, romantico, innovativo, folle, audace e inusuale, l’esordio dei Super Squarecloud non sfigurerebbe tra un album delle Slits e uno dei Gang Of Four, ma anche tra un singolo dei conterranei Xtc o dei Pixies. La loro bravura nel fondere armonie pop e caos è una delle cose più elettrizzanti che possiate ascoltare in questo sempre più grigio e nostalgico pop-world.

19/02/2014