Usnea

Usnea

2013 (Orca Wolf)
funeral-doom-metal, black-doom-metal

Concittadini di quegli Agalloch da tempo band di punta del metal mondiale, gli Usnea da Portland sono la nuova “sensazione” ad essersi affacciata nel vastissimo scenario pesante a stelle e strisce, con l'intenzione di restarci per un bel po'. Certo, non si tratta di novellini, e ciascuno dei quattro componenti ha un curriculum niente male alle spalle (col batterista Zeke Rogers a essere pure proprietario dell'etichetta per cui è uscito quest'omonimo dodici pollici), a ben vedere però, la loro intesa ha portato a qualcosa di sensibilmente diverso dai tracciati del singolo membro, sfociando in un sound granitico e opprimente, a cui affidare, come sono loro stessi a dire, la ricerca di un significato in un mondo governato dall'oppressione, dalle gerarchie umane e dalla desolazione.

Per mettere in atto la propria indagine, la formazione si inserisce quindi nel letto del più tetro, afflitto e al tempo stesso emotivo dei sottogeneri del metal, nell'alveo di quel funeral-doom-metal che di recente, coi vari Esoteric, Ahab, Evoken, ha dato prova di grande vitalità e versatilità artistica, mostrandosi ricettivo alla contaminazione e allo scambio con le più diverse nicchie e sottonicchie (quando non proprio generi) della musica estrema. A questo teorema non sfugge neanche la proposta degli Usnea, in cui anzi questa caratteristica viene notevolmente accentuata e incoraggiata, nelle quattro lunghissime suite (due di esse uscite soltanto in formato digitale) che formano il lavoro, per un'ora circa di sensazioni colossali.
Tra le sparse ventate ambient-drone dell'attacco e il maestoso incedere del nucleo melodico, trova quindi spazio all'interno di “Chaoskampf” un'intera sezione black metal, a spezzare di blastbeat e staffilate di chitarra la funerea andatura generale. Allo stesso modo, nella più avvincente “Empirical Evidence Of A Deranged God” rapide incursioni sludge spargono vischiose colate di pece nera sopra le torbide trame sottostanti, in un aspro contrasto di tempi e strutture che trova nelle rade parentesi psichedeliche della poderosa “Brazen Bull Of Phalaris” la sua controparte “atmosferica”, a coronamento di un'opera in cui inquietudine e una profonda mestizia vanno di pari passo.

Certo, l'impressione di trovarsi di fronte a un lavoro di genere, ben inserito in certi canoni seppur capace di un'ottima padronanza delle variabili, è tutt'altro che errata. Basta però davvero poco, affinché la carne al fuoco arrivi ad essere cotta al punto giusto. Incoraggiarli a fare ancora di meglio è più che doveroso.

02/05/2013

Tracklist

  1. Chaoskampf
  2. Brazen Bull Of Phalaris
  3. Monuments To Avarice *
  4. Empirical Evidence Of A Deranged God *

* Disponibili soltanto in formato digitale

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