Zs

Grain

2013 (Northern-Spy)
abstract noise-electronic

Raggiunta una nuova stabilità con un trio composto da Sam Hillmer, Patrick Higgins e Greg Fox, i newyorkesi Zs, dopo aver sperimentato in lungo e in largo le possibilità espressive al confine tra improvvisazione e composizione, si dedicano, con le due tracce di “Grain”, a un’esperienza ancora più radicale. Remixando vecchie performance, infatti, i tre musicisti danno vita a un sound estremamente vitale ed espressionista, di certo lontano da quanto prodotto in passato, con line-up diversa.

Tuttavia, nel marasma dissonante e visionario di questi quarantadue minuti e rotti di musica, resistono, pur se a un livello profondissimo e sostanzialmente “inconscio”, le ruvide stilettate di rumore, i droni subliminali, le frasi mandate in loop, gli arcani scontri strumentali e via discorrendo. Uno scenario sonoro che, almeno nella prima parte (curata dalla coppia Hillmer/Higgins), fa pensare a un incrocio tra Black Dice, Residents e i Sound di "Drunk On Confusion", ma tutti a bagno nel napalm, tutti orrendamente deformati.

Un disco che pretende una full immersion emotiva, un ascolto a occhi chiusi, un distacco totale da qualsiasi tentazione strutturale. Astrazione pura, insomma, in un enigmatico flusso di coscienza dove si materializzano trasfigurazioni di profondità sibilline in cui un sax esala gli ultimi respiri, fuochi radioattivi divampano improvvisi, polluzioni zappiane scivolano via come acqua dalle mani e locomotive immaginarie sbuffano dentro notti verticali, mentre risuonano carillon stralunati.

Relativamente più contenuta e meno creativa è, invece, la seconda parte (opera di Greg Fox), che muove da pulsazioni sparse ed interrogative, risolvendosi in un ottuso flipper elettronico, a sua volta superato da un meditativo cicaleccio digitale che sfocia, infine, in un lento e avvolgente deliquio cosmico. Ritemprante.

08/08/2013

Tracklist

  1. Part 1
  2. Part 2