Annot Rhül

Leviathan

2014 (Black Widow)
symphonic prog, prog-rock

Sigurd Lühr Tonna è un multistrumentista norvegese che - come Annot Rhül - ha all’attivo un disco lungo, “Who Needs lanes Or Time Machines When There’s Music And Daydreams?” (2006), il suo manifesto artistico. A partire dall’Ep “Lost In The Woods” (2007), Tonna trasforma la sua creatura in un affare di gruppo. Sette anni dopo, il nuovo long-playing “Leviathan” regolarizza i suoi esperimenti e ingloba in pianta stabile diversi altri musicisti, in un’opera piana e maestosa.

Due suite in più parti di 13 minuti aprono e chiudono l’album. “Leviathan Suite” è in sette parti: due minuti d’introduzione gotica Floyd-iana mettono in moto un ritmo boogie, che poi rallenta in un duetto maschile-femminile con mellotron vecchio stile. La parte più viva è però nel pre-finale, un apocalittico crescendo strumentale Genesis-iano.
“R’Lyeh”, in cinque parti, attacca con un crescendo che cerca di aggiornarsi al post-rock (da calma sognante a furia distorta), quindi viene una parte più loffia che suona come una base malriuscita per un motivo dei Supertramp, ma poi un concerto acid-rock con mellotron fluttuanti rompe la leziosità.

Se queste pièce allungate non sempre veicolano forti emozioni, i più umili strumentali suonano come fantasie discretamente sbrigliate (“The Colour Out Of Space”, e metà via tra balletto fantascientifico e sarabanda grandiosa), o come acquarelli magistrali di timbri ricercati, come clavicordio, percussioni e mareggiate di chitarra slide (“Surya”, immersa in un clima di fiaba epica), che testimoniano un lavoro aurale e non solo tecnico. Più ripetitiva è “The Mountains Of Madness”, di nuovo cantata, e nuovamente sguazzante nella pozza dei Pink Floyd.

E’ un disco di retroguardia che si propone una commistione tra riferimenti classici e tipica pompa grandiosa norvegese. La polpa è una sincera e apolide lamentazione funebre che lo percorre da capo a piedi, installata in una landa estranea alla tecnologia dei Porcupine Tree, ma con un’elettronica analogica (Danelectro DC12, Epiphone ES335, Korg MS20, Minimoog) al contempo suggestiva. Diversi momenti godibili ma anche segmenti più macchinosi: la confezione atmosferica riesce sempre a compattarli lungo l’ascolto. 

17/01/2015

Tracklist

  1. Leviathan Suite
  2. The Colour Out Of Space
  3. Surya
  4. Distant Star
  5. The Mountains Of Madness
  6. R’Lyeh

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