Barren Harvest

Subtle Cruelties

2014 (Handmade Birds)
neo-folk, ambient dark-folk

È una declamazione alquanto scenografica di testi che sembrano litanie apocrife, versi dimenticati, ad animare l’esordio su Lp del duo Barren Harvest, composto da Lenny Smith (Atriarch) e Jessica May (Worm Ourobouros). Almeno parzialmente ispirato alla poesia sufi di Rumi, “Subtle Cruelties” evoca un mondo inaridito e atemporale, come in un’eterna dannazione dell’anima, sola nella nebbia, e lo fa con un suono lugubre, tra rintocchi di pianoforte e impietose stilettate acustiche, immersi in fumose, gravi note sintetiche.

Il tono del disco divaga così tra la danza scheletrica di “The Subtle Cruelty Of Spring” (forse la più Tibet-iana dell’album) e l’elegia rassegnata e spiritica di “The Bleeding” e della lunga “Reveal”, fino all’armonizzazione gotica, demoniaca di “Memoriam VI”.

La stucchevolezza è sempre dietro l’angolo, date anche le interpretazioni vocali non certo “dimesse”, soprattutto da parte del cavernoso Lenny, ma “Subtle Cruelties” riesce comunque a tenersi a debita distanza dal kitsch – una certa dose di sospensione dell’incredulità è comunque richiesta, però, per solcare le acque immerse nella foschia del disco e, magari, trovare in fondo la luce.

18/05/2014

Tracklist

  1. The Bleeding
  2. Memoriam I
  3. Memoriam II
  4. Memoriam III
  5. Heavens Age
  6. Memoriam IV
  7. Coil Uncoil
  8. Memoriam V
  9. Claw And Feather
  10. Memoriam VI
  11. Reveal
  12. The Subtle Cruelty Of Spring

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