Fort Romeau

Her Dream

2014 (Live At Robert Johnson)
deep-house, dream-house

Mike Greene sta ormai diventando una garanzia, di classe innanzitutto, ma poi (il che è forse ancora più importante) di un'applicazione al verbo della house-music più elegante e raffinata, che si presenta davvero come merce rara negli ultimi tempi. Lontano dalla tenuta garage degli agguerritissimi Disclosure, con un taglio voluttuoso che lo avvicina più alle ultime belle sensazioni di un Ian Pooley o dell'ex-compagno di scuderia Octo Octa, l'inglese ha saputo nell'arco di due soli anni ritagliarsi uno spazio di tutto rispetto, esplorando con assoluta dedizione le varie frange di un genere che da tempo fatica a spiccare il volo.
Mentre “Kingdoms” inquadrava così soffuse ambientazioni metropolitane dietro a lussuose paratie di seta e velluto, e “Stay/True” azzardava contatti con la nu-disco senza scadere però nell'involontaria ordinarietà di tanti progetti consimili, con il suo Ep nuovo di zecca, coinciso con l'ennesimo passaggio di etichetta, Fort Romeau scombina nuovamente le proprie consuetudini con “Her Dream”, in quello che sembrerebbe quasi un saggio preparatorio al suo secondo album, dal completamento che si spera prossimo. Come terreno di prova, c'è da dire che il nuovo disco si lascia ben attendere.

Operando di estensione come nello scorso lavoro, con tracce abbondantemente sopra i cinque minuti di durata, Greene sacrifica consapevolmente parte dell'immediatezza pop del suo full-length a vantaggio di una costruzione più curata, quasi progressiva, del groove, che diventa così l'elemento principe della composizione. Si aggiunga poi una sorta di vellutato ipnotismo applicato ai diffusi campionamenti vocali presenti in tutti e tre i brani, e quella che poteva sembrare una sorta di reinterpretazione del canovaccio deep di quei regni del lusso si tramuta invece in conturbante estasi onirica, che agisce quindi su diversi piani sensoriali.
Come da copione, è sulla title track, saggiamente posta come lato B del vinile, che s'incentra il più degli sforzi, lasciando ai pattern di impostazione più basic di “I Knew” e all'alchimia funky di “Pirouette”, tutta scintille e lazzi, il ruolo di aperitivi in vista del piatto forte. E le promesse vengono indubbiamente mantenute: senza alcun bisogno di spingere troppo sulla cassa o sui bassi, con le propulsioni di synth a tessere l'ordito melodico e le rifiniture sonore di contorno, la traccia si offre come spaccato di dream-house mesmerica nel trasporto ma mai rinunciataria alla sua dimensione da club, priva degli astrattismi propri di tanti decostruttori del settore, e attenta invece a mantenere tutta la sua singolare linearità. A suo modo, è già un piccolo classico.

Forte più di un unico pezzo capace di giustificare l'intero progetto, che di una reale omogeneità qualitativa, “Her Dream” prepara in ogni caso al meglio per i futuri piani della sigla Fort Romeau. Mica male, per chi era stato frettolosamente (de)qualificato come hipster in cerca di facili trasformazioni artistiche.

10/04/2014

Tracklist

  1. I Knew
  2. Pirouette
  3. Her Dream

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