Le Luci Della Centrale Elettrica

Costellazioni

2014 (Cara Catastrofe)
alt-rock, songwriting

Vasco Brondi è uno che, da un lato, ha sempre fatto ciò che ha voluto e, dall’altro, è diventato amico con molti musicisti man mano che il suo progetto otteneva sempre più successo. Era, quindi, arrivato il momento di arricchirsi stilisticamente e di condividere il più possibile le proprie idee con i suddetti musicisti, per riuscire ad arrivare dove voleva ma non riusciva da solo. Da qui la lunga e tortuosa gestazione di questo terzo album, raccontata ampiamente da Brondi nella interviste apparse in Rete: il lavoro a due con Federico Dragogna, la realizzazione di una prima versione in cui loro due suonavano qualcosa e il resto era riprodotto al computer; la voglia di avere un suono più caldo e genuino da cui nasce una seconda versione, tutta registrata in presa diretta con una band completa; la versione finale, quella immortalata nelle stampe dei dischi e nei digital store, ottenuta con un mix delle due versioni precedenti. Tutto ciò ha comportato un’assenza dal mercato discografico di tre anni e mezzo, che può sembrare un’eternità per il mercato attuale, ma Brondi sapeva benissimo di non avere scadenze e di essersi fatto un nome tale per cui del disco si sarebbe parlato ampiamente comunque, per cui si è preso giustamente tutto il tempo che riteneva necessario.

Già dalle premesse si capisce che “Costellazioni” è un lavoro che vede al proprio interno moltissime soluzioni stilistiche diverse, da ogni punto di vista. Per almeno due terzi del disco, troviamo solo canzoni ricchissime di contenuti musicali, con tanti strumenti che interagiscono tra loro, compresa una parte ritmica sempre molto curata e diversa ogni volta. Si alternano, a turno, elementi come chitarre acustiche o elettriche, piano, archi, fiati, sintetizzatori, batteria e drum machine e tutto ciò che ogni volta entra nella singola canzone va a comporre un suono pieno e dinamico; questo avviene sia quando esso è molto semplice e diretto come il post-punk di “Firmamento”.
Volendo fare qualche esempio per rendere il discorso più concreto, si può iniziare da “Ti Vendi Bene”, nella quale l’elettronica alla Camerini viene sopraffatta dall’irruzione di chitarre potenti e dal retrogusto acido; poi merita una menzione “Le Ragazze Stanno Bene” con i suoi giri di chitarra acustica dal suono purissimo ma con un crescendo di mille altri strumenti che sta sotto conferendo un arricchimento discreto ma importante anche per aumentare l’impatto emozionale di un testo bellissimo; infine, è giusto citare “I Sonic Youth”, che parte come una piano ballad e che progressivamente viene quasi investita dalla seconda voce e da un morbido tappeto di archi e dolci distorsioni e riverberi di chitarra.
Nell’ultimo terzo della tracklist sono, invece, presenti i brani dal suono più asciutto e probabilmente questo è l’unico errore “strategico” di Brondi nel confezionare il disco, nel senso che quando l’ascoltatore si trova in un mondo così variopinto e invece a un certo punto rimane tutta questa concentrazione di essenzialità, l’effetto di quest’ultima fatica a arrivare. Le canzoni in sé, soprattutto le rarefazioni elettroniche di “Punk Sentimentale” e lo storytelling alla Rino Gaetano di “Blues Del Delta Del Po” sono anch’esse buone, ma è un po’ come servire a tavola un piatto leggero e delicato dopo uno estremamente speziato e dal sapore intensissimo.

Leggendo quanto ho scritto finora, il lettore probabilmente si chiederà per prima cosa come Brondi usa la propria voce, ovvero se è ancora fermo sul parlato dei dischi precedenti o se modula di più. La risposta è la seconda: ancora non si può parlare di cantato in senso stretto, però siamo in quella sorta di via di mezzo in cui si riconosce lo stile vocale di Brondi ma allo stesso tempo le linee melodiche vocali ormai ci sono; l’unica cosa che manca davvero rispetto al passato sono i momenti urlati, proprio spariti totalmente. La seconda domanda che sorge spontanea è, a questo punto, di cosa parlano i testi e se tutta questa ricchezza musicale ha portato l’autore a muoversi dal proprio immaginario fatto di degrado e di tormenti. La risposta è, anche qui, affermativa: Brondi è ormai un uomo che ha girato molto e in queste canzoni guarda sia attorno a sé che dentro di sé in modo più consapevole e maturo, facendo tesoro delle esperienze fatte e cercando di calare nella propria realtà le lezioni imparate, passando proprio dall’essere il 24enne istintivo e pieno di disagio di “Canzoni Da Spiaggia Deturpata” al 30enne di oggi, molto più capace di relazionarsi con il mondo.
La terza questione che viene naturale porre è se ci sia il rischio che il disco nel suo complesso risulti non un’opera organica e dotata di una logica d’insieme ma piuttosto una raccolta casuale di idee e stili che non c’entrano nulla tra loro. Un filo conduttore, in realtà, lo si può trovare proprio in quanto appena detto, ovvero le canzoni, così diverse tra loro musicalmente, sono tutte legate dallo stesso immaginario, il quale rende perfettamente sensato l’accostamento di questi stili differenti. Nello specifico, questo disco rappresenta ciò che lo stesso autore cita come “la fine della gioventù” che porta non all’abbruttimento dato dalla vecchiaia, ma alla sensazione positiva e salvifica di avere la capacità di saper integrare alla perfezione le tante esperienze accumulate con tutto ciò che sappiamo di dover ancora fare, non tanto dal punto di vista di un disegno di vita generale, ma proprio con quanto ci aspetta tra due ore, o due giorni, o due settimane.

Il giudizio di merito non può che essere molto positivo. Brondi è cresciuto senza snaturarsi e questo lavoro appare destinato a lasciare il segno così come lo aveva fatto il debutto del 2008, con la differenza che qui c’è anche la sensazione di trovarsi di fronte a un artista che ha tutte le armi per compiere un percorso lungo e importante.

16/03/2014

Tracklist

  1. La Terra, L'Emilia, La Luna
  2. Macbeth Nella Nebbia
  3. Le Ragazze Stanno Bene
  4. I destini Generali
  5. I Sonic Youth
  6. Firmamento
  7. Un bar Sulla Via Lattea
  8. Ti Vendi Bene
  9. Una Cosa Spirituale
  10. Padre Nostro Dei Satelliti
  11. Questo Scontro Tranquillo
  12. Punk Sentimentale
  13. Blues Del Delta Del Po
  14. Una Guerra Lampo Pop
  15. 40 Km






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