N

Saarn / Heven

2014 (Denovali)
guitar-processing, drone-noise

Quando si approccia una tecnica fino a pochi anni fa incredibilmente in voga ovunque come il guitar-processing, si pensa molto spesso a una manciata di artisti che l'ha trasformata da avanguardia di nicchia a mezzo espressivo accessibile a (quasi) tutti. Tra costoro, di cui Fennesz, Aidan Baker e Thisquietarmy sono solo i primi tre che vengono alla mente di chi scrive per questioni di gusto, raramente ci si ricorda di un musicista che l'ha fatta evolvere con perizia, dedizione e fedeltà, correndo costantemente il rischio (mai concretizzatosi) di arenarsi nelle sabbie mobili.

Costui è Hellmut Neidhardt, in arte semplicemente N, che quest'anno ha regalato all'ormai fedelissima Denovali un parto gemellare su solo doppio Lp: proprio questa scelta dell'artista di limitare il formato e la stampa dell'opera l'ha resa forse l'uscita meno chiacchierata del brulicante catalogo tedesco per quest'anno. Ciò nonostante, quel che ci troviamo davanti è l'ennesimo saggio di maestria e classe, che di nuovo simula l'elaborazione di densissime texture al laptop, quando invece la strumentazione è limitata alla chitarra elettrica e a un tot di pedali.

Introdotto da una meravigliosa copertina, “Saarn” è un monolite diviso in tre suite che lavora su una monocromia apparente, elaborando progressivamente e in ogni singola tonalità una sfumatura costante, che nasce tenue e distesa sul tappeto di “Schwarze Eide”, si accende incandescente bruciando sui feedback di “Tovermanns Gruben” e conclude pulendosi e smaltendo la brace sul flusso armonico di “Seltene Erden”. Un affresco impressionista dalle parti dell'ultimo Dirk Serries – non a caso grande estimatore di Neidthart – che colpisce a fondo per l'incredibile forza d'impatto.

Caratteristica, quest'ultima, evidenziata ulteriormente nelle due metà di “Heven”, esibizione del lato più ruvido e corrosivo del sound del chitarrista. I vagiti della prima metà non sono troppo distanti dai cataclismi rumorosi di un Reinhold Friedl, mentre sulla seconda la massa sonora si uniforma, toccando da vicino i confini con l'Aidan Baker più granuloso e apocalittico. Due facce di una medaglia che continua a brillare, grazie all'esplorazione sempre più dettagliata e coraggiosa di una forma artistica ormai da tempo sdoganata.
Master at work.

16/01/2015

Tracklist

Saarn

  1. Schwarze Heide
  2. Toevermanns Gruben
  3. Seltene Erden

Heven

  1. Heven I
  2. Heven II

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