Simone Felice

Strangers

2014 (Team Love/ Dualtone)
folk, americana

Già emerso coi Felice Brothers e poi protagonista del progetto in duo di The Duke & The King, Simone Felice, al suo secondo album solista, sembra essere per la prima volta consapevole appieno della sua identità artistica. “Strangers” evita felicemente tutti gli stereotipi che hanno dato forma e continuità alla nuova musica americana, scegliendo definitivamente un percorso stilistico più legato al ruolo di songwriter melodico, innamorato sia di Joni Mitchell che di Townes Van Zandt.

Senza rinunciare a quel fascino intimista del primo album solista, l'artista è riuscito a far vibrare le corde del suo folk-soul-pop, introducendo ritmi e colori che mettono in evidenza con maggior incisività i suoi eccellenti testi. Sono canzoni ricche di romanticismo e passione quelle di “Strangers”, così schiette e sincere da essere amabili nonostante arrangiamenti pieni di violini e atmosfere retrò leggermente mainstream, insomma un album a metà strada tra l’Elton John di “Don’t Shoot Me I’m Only A Piano Player” e il Bill Fay di “Life Is People” (ma anche il Don McLean di “American Pie”).
Ed è con questa semplicità che tinte leggermente gospel danno corpo a una struttura leggermente uptempo fluida e avvolgente in “Running Through My Head”, che mette insieme salmi e briciole di poesia in un crescendo corale dal forte impatto emotivo, mentre in “Bye Bye Palenville” Felice esibisce tanta malinconia in poche note di piano, da far suonare ancor più struggente l’abbandono paterno del protagonista.

Senza dubbio molti troveranno la musica di Simone eccessivamente buonista, ma è proprio questa non paura dei sentimenti che rende “Strangers” convincente: il cantato-parlato alla Bob Dylan in “Molly-O!” è apparentemente dissonante con l’atmosfera solare del brano, come il dobro sembra fuori tono nel pop scanzonato di “Gettysburg”, ma la verità è che il musicista ha trovato la chiave giusta per far convivere sentimenti contrapposti grazie a una schiettezza emotiva che evita cadute di gusto.
Questo è anche un album che nasce da una voglia di vivere dopo aver sfiorato la morte. Una rara malattia cardiaca provocata da un difetto congenito riduceva il flusso di sangue, per i medici è un miracolo che il musicista fosse ancora vivo: il precipitare degli eventi ha costretto poi Simone Felice a sottoporsi nel 2010 a un'operazione a cuore aperto, conclusasi felicemente. È forse da questa voglia di vivere che nascono piccoli gioiellini pop-folk come “Heartland” o intense e memorabili canzoni come “The Gallows” che certifica lo stato di grazia in cui è stato inciso e concepito “Strangers”.

Le passeggiate a Catskills, dove spesso si ritirava in meditazione Jimi Hendrix, e lo strano incontro con la ladra ipnotizzatrice Spacy Stacy sembrano aver dato molti spunti di riflessione al musicista: nelle dieci tracce non è difficile trovare piccole perle di saggezza capaci di incantarvi e rubarvi per un solo attimo al grigiore della vostra vita.
Sono altresì consapevole che la proposta del musicista americano non sia delle più gradite al pubblico italiano, spesso scettico nei confronti di una musica dal forte contenuto melodico, ma lo spessore di ballad come “The Best That Money Can Buy” e “Bastille Day” non lascia dubbi: Simone Felice è uno dei più dotati songwriter e “Strangers” il suo album più completo e riuscito.

09/05/2014

Tracklist

  1. Molly-O!
  2. If You Go To LA
  3. Running Through My Head
  4. Our Lady Of The Gun
  5. Bye Bye Palenville
  6. Gettysburg
  7. The Best That Money Can Buy
  8. Heartland
  9. Bastille Day
  10. The Gallows

 





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